Anche l’amministrazione di Finale, dopo avere ricevuto il riconoscimento di potersi costituire ’parte civile’ nel processo penale intentato presso il Tribunale di Modena contro Arpae e Ausl per l’ampliamento della discarica, la cui udienza è fissata per il 27 settembre, tenta di opporsi alla ineluttabile decisione scaturita dalla Conferenza di servizio del maggio scorso e culminata nella determina trasmessa al comune il 18 maggio da Arpae. L’atto che nella sostanza dà il via libera definitivo – a meno di sorprese – a quello che "Feronia, società appartenente al Gruppo Hera, ha chiamato "ottimizzazione" (leggasi ampliamento ndr) dell’impianto di Finale. E Feronia non ha perso tempo e ha già comunicato all’amministrazione la decisione di inizio dei lavori per l’elettrodotto che consente di attivare gli impianti di biogas. La sorpresa che impedirebbe alla società bolognese di proseguire i lavori autorizzati da Arpae, però potrebbe arrivare dal ricorso al Tar Emilia-Romagna in cui si chiede l’annullamento della determinazione dirigenziale dell’Agenzia regionale per l’ambiente del 18 maggio 2023. Per opporsi a quel provvedimento l’amministrazione si è rivolta ad uno staff di consulenti composto dagli avvocati Matteo Ceruti e Livio Veronesi e dal chimico Roberto Chiono.
Al riguardo lo scorso 17 luglio è stato notificato ad Arpae il ricorso al Tar, successivamente depositato il 20 luglio. I punti del ricorso fanno perno sulle nuove CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) assunte da Arpae come "valori di fondo" per un gruppo di metalli inquinanti (Ferro, Manganese, Arsenico, Nichel, Boro, Nitriti e Solfati) per i quali erano stati accertati superamenti dei valori nelle acque sotterranee, valori che secondo Arpae non dipendono dalla discarica ma dalla natura del terreno e dalle attività agricole.
Il Comune contesta questa conclusione perché sarebbe "inficiata da una pluralità di vizi di carenza di istruttoria, illogicità manifeste, travisamenti dei fatti e violazione delle linee guida in materia". "Il ricorso al Tar, nonostante il precedente dell’annullamento del ricorso della passata amministrazione per decorrenza dei termini, – come ha spiegato il sindaco Claudio Poletti – era uno degli atti che abbiamo sempre valutato tra quelli da mettere in campo. La possibilità di impiegarlo ci è stata fornita dalla nuova determina Arpae del 18 maggio che ha cambiato radicalmente i valori di fondo adottati misurare l’inquinamento presso il terreno della discarica". I tempi per l’esame del ricorso non saranno comunque brevi. Richiederanno mesi, ma potrebbero essere anticipati se il comune deciderà di avvalersi della richiesta di sospensiva una vota redatta la relazione tecnica. Nel frattempo, per bocca di Maria Paltrinieri, il locale Osservatorio civico ha chiesto al sindaco di intervenire sul presidente della Regione Stefano Bonaccini, "principale sostenitore della utilità della discarica", perché quella di Finale sia tolta dal progetto Emilia-Romagna.
Alberto Greco