Elisabetta Gualmini "Pd spaccato a metà Per Bonaccini serve un ruolo rilevantissimo"

La vicepresidente dei socialisti europei commenta la vittoria di Schlein "Un conto sono le primarie, un altro sarà vincere le elezioni. Stefano è arrivato primo tra gli iscritti e ha perso, di poco, dopo".

Elisabetta Gualmini  "Pd spaccato a metà  Per Bonaccini serve  un ruolo rilevantissimo"

Elisabetta Gualmini "Pd spaccato a metà Per Bonaccini serve un ruolo rilevantissimo"

di Gianpaolo Annese

"Dopo le primarie abbiamo un partito spaccato a metà. Le due linee si devono ricomporre e Bonaccini deve avere un ruolo rilevantissimo per tenere unito il Pd e rappresentare l’area che lo ha scelto". Presenza massiccia all’ultima presentazione del libro di Elisabetta Gualmini, ‘Mamma Europa: una nuova Unione dopo crisi e scandali’. Oltre 200 i partecipanti, tra cui tante autorità, sindaco Muzzarelli incluso.

Gualmini, il libro ‘Mamma Europa’ è un atto di fiducia nell’Europa. L’ossessione contabile sul rispetto dei parametri e le misure di austerity degli anni passati però hanno indotto i cittadini a ripiegamenti di carattere nazionale.

"Sì, il libro è un atto di fiducia; dopo quattro shock inimmaginabili (Brexit, pandemia, guerra e scandali) l’Europa ha saputo trasformare profondamente la propria natura. Siamo passati da un’Europa matrigna a un’Europa più madre, che tende la mano, che si occupa di protezione sociale, con i vaccini e i fondi di Next Generations Eu. Ho visto una grande unità di fronte alla guerra e importanti risultati sulla riduzione della dipendenza dal gas russo. Il Qatargate è stato un colpo gravissimo, ma nemmeno quegli atti criminali offuscano la svolta europea di questi anni".

Lei è vicepresidente dei Socialisti europei. Le primarie del Partito democratico hanno avuto un risultato a sorpresa. Per Bonaccini adesso si parla di presidenza del partito oppure di ruolo di vicesegretario. Ma la partita è aperta.

"Le primarie sono un metodo importante e anche questa volta hanno funzionato. La base associativa del Pd è fatta di iscritti ed elettori, da Statuto. Gli elettori possono ribaltare il risultato dei circoli e non si tratta di persone così lontane. Sono venuti ai gazebo, hanno versato i due euro e hanno messo nome e cognome di fatto aderendo a un progetto preciso. Schlein ha vinto perché ha mobilitato elettori dormienti, provenienti dalle fila più a sinistra del partito. E ha anche polarizzato, proponendosi grazie a una linea politica radicale, come l’anti-Meloni. È stata decisamente brava. Tuttavia, Bonaccini ha stravinto tra gli iscritti e ha perso di poco dopo, dunque abbiamo un partito spaccato a metà. Le due linee si devono ricomporre e Bonaccini deve avere un ruolo rilevantissimo per tenere unito il Pd e rappresentare l’area che lo ha scelto, le sue parole intelligenti e generose vanno in questa direzione. Anche perché un conto è vincere una primaria di partito, un conto è vincere le elezioni".

Una delle accuse che viene mossa al Partito democratico è di aver trascurato un blocco sociale che chiedeva protezione e diritti del lavoro per concentrarsi maggiormente sui ceti medio-alti benestanti.

"Aver governato e svolto il ruolo del ’partito di servizio’ per lungo tempo non ha aiutato. Ci ha fatto perdere il contatto con le richieste e le insicurezze dei nostri cittadini. Anche se, le regionali del Lazio dimostrano come il Pd sia andato bene anche nelle famose periferie e non solo nelle città. Non vedo però alcun catastrofismo. Ora dobbiamo ripartire proprio da quelli che si sentono esclusi ma anche dai piccoli imprenditori o dai distretti industriali, come quelli dei nostri territori, penso alle ceramiche, agli artigiani, ai commercianti, che pure sono in sofferenza. Un grande partito riformista guarda lontano, cercando di allargare la propria presenza e di non parlare solo al proprio recinto".

Per la candidatura alla presidenza della Regione nel 2025, ricorre il suo nome, lei sarebbe disponibile?

"Manca ancora molto tempo. Prima della Regione, abbiamo altre sei elezioni regionali, le europee e tantissimi comuni capoluogo che vanno al voto. Lì dovremo costruire alleanze larghe e robuste con una visione progressista chiara ma pragmaticamente legata alle gigantesche e complicate sfide che il contesto economico e sociale oggi ci mette di fronte. Finisco il mio mandato al Parlamento europeo nel maggio 2024, dove penso di aver lavorato bene, e poi deciderò cosa fare".