"Era affezionato a quelle quattro mura. Quando poteva veniva sempre qui"

I conoscenti della vittima: "Una vera tragedia, non ce lo saremmo apettati"

Una vita solitaria, schiva con pochi amici e tanto lavoro. E’ quella che conduceva Gianni Iacconi, secondo le poche e quasi ‘storiche’ conoscenze. Qualcuno, però, di recente nella sua vita era entrato e pare non piacesse particolarmente al fratello Romano, colonna portante della famiglia. Qualcuno che potrebbe essersi ‘approfittato’ di lui, del suo buon cuore. Potrebbe essere stato ucciso dopo un diverbio Gianni, forse per soldi? Difficile dirlo oggi. Potrebbe essere stato colto da malore in presenza di qualcuno che, spaventato, ha cercato di nascondere il corpo per poi sparire nel nulla? Un’altra ipotesi che, al momento, non è suffragata da prove. Quel che è certo è che le indagini continuano a 360 gradi per far luce sulla tragedia. "E’ sicuramente sospetto il fatto che la sua auto fosse rimasta in garage, a Spezzano di Fiorano, dove si sono recati i carabinieri – spiega l’avvocato Mauro Molesini – il fratello Romano si era recato ad Acquabuona anche lo scorso week end, ma non si era accorto di nulla".

"Erano tutti e tre in gamba i fratelli Iacconi, Gianni, Romano e Adele – affermano Giuseppe Ferrari e Caterina Benedetti, storici titolari della bottega dell’Acquabuona – Mio marito in questi giorni era in laboratorio e pensava che sabato ci fosse stato un incidente, invece gli hanno detto che era Gianni. Lo conoscevamo bene, come i suoi genitori, erano tutti nostri affezionati clienti – spiega ancora la coppia – li abbiamo visti nascere ed erano bravi ragazzi: lui, la sorella Adele e Romano, il fratello maggiore, tutti grandi lavoratori. Utilizzavano la casa come ricordo e Gianni era molto affezionato a quelle quattro mura. Gianni, facendo l’installatore per ceramiche, stava parecchio all’estero ma nel week end, quando poteva, veniva qua come aveva fatto di recente. Erano persone abbastanza schive ma brave persone. Una vera tragedia".

v.r.