Eredità sparita a Modena: indagato l’ex parroco di San Pietro

Chiesto il rinvio a giudizio per riciclaggio e appropriazione indebita. Gli avvocati: “Dimostreremo la sua buona fede”. Nei guai anche 4 professionisti

L'abbazia di San Pietro: il parroco è indagato

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Modena, 22 gennaio 2023 –  Un’eredità da quasi 4 milioni di euro è al centro di un’inchiesta della guardia di finanza di Modena che vede indagato il priore dell’abbazia di San Pietro, a Modena – che alcuni mesi fa aveva rinunciato alla carica di parroco –  e 4 professionisti. Le accuse  sono riciclaggio, autoriciclaggio e appropriazione indebita

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Cinque quindi  le persone indagate per le quali il pm Giuseppe Di Giorgio ha chiesto il rinvio a giudizio. I quattro professionisti nei guai sono un ex notaio, un avvocato, un professore universitario e un consulente finanziario titolare di una società con sede a Londra che, in cambio di generose ricompense, avrebbero, secondo l'accusa, aiutato  l’alto prelato in una serie di operazioni illecite circa il conto corrente della parrocchia.

Cosa è successo: l’eredità

Ma andiamo con ordine: negli anni ‘70 una nobildonna modenese lasciò in eredità alla parrocchia di San Pietro in pieno centro a Modena due terreni specificando nel testamento che il lascito andasse solo alla parrocchia e non ai monaci benedettini che vi risiedono.

Dopo 20 anni di affitti dei due fondi a beneficio della parrocchia, il Comune espropria i terreni: in quel momento "piovono” nelle casse della chiesa circa 4 milioni di euro; denaro che secondo l'accusa sarebbe ora al centro di un serie di operazioni bancarie sospette balzate all'occhio della guardia di finanza.

I conti corrente

Le  fiamme gialle hanno ricostruito come a partire dal 2013  il conto di San Pietro sia stato trasferito in una banca di Bolzano su un conto corrente intestato alla parrocchia; i soldi sarebbero poi confluiti  in un altro conto aperto nello stesso istituto di credito intestato però all'Abbazia dei Padri Benedettini, andando così contro le disposizioni  della nobildonna. L'iniziativa più sospetta per i militari  arriva però nel 2020 quando è stato costituito presso una  banca di Modena un trust con scopi generici dove, dietro pagamenti ai 4 collaboratori fino a 100mila euro, trasloca ancora una volta il 'tesoretto'. 

Secondo la Procura in questo modo il religioso avrebbe potuto disporre liberamente del denaro senza rendere conto  alle istituzioni ecclesiastiche.  E' a questo punto che interviene la guardia di finanza sequestrando i conti.

La Curia di Modena sporge denuncia

La Curia Arcivescovile in persona dell'Arcivescovo Erio Castellucci e la Parrocchia di San Pietro Apostolo nella persona del parroco pro tempore, a fronte dell'indagine, hanno deciso di sporgere denuncia in quanto parti offese

La difesa del religioso

"Dimostreremo come il nostro cliente abbia agito in totale buona fede e solo per assicurarsi che il lascito rimanesse vincolato alle mura della chiesa non conseguendo alcun profitto personale”, è il comento dei difensori del religioso che si è affidati agli avvocati Nicola Termanini e Giorgio Setti. L’udienza preliminare è fissata per il 12 aprile.