Gli ‘Amanti’ e il triangolo amoroso: "A volte diventa un... pentagono"

Il regista Ivan Cotroneo presenta la commedia che andrà in scena al Michelangelo martedì e mercoledì

Gli ‘Amanti’ e il triangolo amoroso: "A volte diventa un... pentagono"

Gli ‘Amanti’ e il triangolo amoroso: "A volte diventa un... pentagono"

Autore di libri, nonché di opere cinematografiche e televisive, Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore, regista, ha più volte e con diversi linguaggi raccontato storie di grandi amori e inaspettati tradimenti, senza mai cadere nella banalità, toccando le varie sfaccettature dell’animo umano. Per la prima volta lo fa attraverso il teatro, con ‘Amanti’, che sarà in scena al Michelangelo di Modena martedì e mercoledì alle 21, con due eccezionali protagonisti, Massimiliano Gallo e Fabrizia Scacchi.

Cotroneo, amore, tradimento, in questo caso però un triangolo a cinque lati…

"Un pentagono, infatti, perché sono coinvolti i due amanti, i rispettivi coniugi e la comune psicoterapeuta specializzata in problemi di coppia. Ed è proprio la figura della dottoressa il ‘vertice’: è lei che tira le fila del discorso amoroso che i due amanti di fanno a distanza, attraverso di lei".

Lo spettacolo sancisce il suo debutto a teatro: com’è nata l’idea?

"Innanzitutto dalla mia grande passione per il teatro, da spettatore. Ho sempre coltivato il desiderio di scrivere un testo teatrale, ma non volevo fare il regista cinematografico che sbarca in teatro, volevo qualcosa di nuovo e adatto al palcoscenico, ai suoi tempi. E’ stato Massimiliano Gallo ad ‘accerchiarmi’, insieme al produttore Giampiero Mirra, convinti che potessi superare il pudore e scrivere per il teatro".

Prova superata a pieni voti, visto il successo...

"Ammetto che è stata ed è un’esperienza straordinaria, un regalo al mio percorso. Io da 35 anni scrivo per raccontare storie, attraverso cinema, televisione, libri, canzoni. A teatro ho trovato uno spazio privilegiato e, lo ammetto, al secondo anno di repliche, mi emoziono ancora ogni volta che vedo lo spettacolo, perché è sempre diverso. Le altre forme di narrazione portano a una cristallizzazione della storia: il film, una volta girato, è ovviamente sempre quello. A teatro, invece, accade una ‘magia’, è uno spazio ‘sacro’, perché ogni volta qualcosa può cambiare, in base alla sensibilità degli interpreti, e alla capacità di coinvolgimento da parte del pubblico".

Quali sono i temi che ha trattato?

"Quelli a me più cari, ma che diventano ogni volta diversi in base al linguaggio scelto. Quelli universali, il matrimonio, la fedeltà, la passione che può essere accecante o distruttiva. Ma anche il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore".

Maria Silvia Cabri