I veri educatori non smettono mai di essere in cammino

Il giornalista Salvatore Blasco partecipa a un convegno sulla violenza nelle relazioni di coppia in Toscana, sottolineando l'importanza dell'educazione etica per contrastarla. Una docente, Ilenia, si distingue per il suo impegno nell'educare i giovani.

Qualche giorno fa sono stato in Toscana, nell’elegante sala Baleari di Pisa a parlare, in qualità di scrittore, di ’violenza nelle dinamiche emozionali dei rapporti di coppia’. Gli altri relatori erano un pubblico ministero, un avvocato ed un professore universitario. Il Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo, nei suoi saluti iniziali, ricordando l’importanza dell’istruzione, ha fatto menzione di loro future iniziative volte a promuovere questo tipo di testimonianze all’interno delle scuole toscane: "Bisogna puntare alla formazione dei giovani per cambiare le dinamiche violente all’interno della nostra società". Fra il pubblico scorsi Ilenia, una docente del liceo Chini - Michelangelo di Lido di Camaiore ove, su sua iniziativa, mi recai quattro settimane prima, per un incontro con circa 200 studenti, a parlare di ’Relazioni tossiche causate dall’amore cieco’. Osservandola nella sua scrupolosa attenzione, mi venne in mente un pensiero che espressi poi ai presenti: "Non è solo l’istruzione a cui bisogna puntare ma ad un nuovo modello di educazione etica che, però, parte necessariamente dalla formazione di chi è chiamato ad educare. Siamo sicuri cioè che gli educatori siano all’altezza degli educandi?" – chiesi in tono provocatorio. Alla fine del convegno, Ilenia si avvicinò presentandomi il marito e la figlia, poi raccontandomi entusiasta "dei nuovi spunti interessanti che aveva colto e che avrebbe sicuramente approfondito con i suoi studenti". Nel suo parlare si evinceva la manifesta libertà di una professoressa in continua crescita, nell’interesse di qualcosa di più importante della propria personale cultura generale, che si sostanzia nella responsabilità di sentirsi parte di un sistema più grande, la cui evoluzione dipende dalla qualità del proprio spendersi quotidiano. Era stata lei, nel nostro primo incontro, a manifestarmi le difficoltà nell’organizzare certe iniziative nelle scuole, anche per la resistenza di alcuni professori. "Cos’è che li blocca", le chiesi. "Il cambiamento" – avrebbe risposto se non avesse preferito evitare di esprimersi. Ed è così che, da quel suo ispirarsi al bello per realizzare del bello, mi sono reso conto che i veri educatori sono quei virtuosi che non smettono mai di essere in cammino.

Salvatore Blasco