Proprio pochi giorni fa, nelle liturgie del triduo pasquale, abbiamo rivissuto la Passione di Cristo, della sua crocifissione e della sua morte che si è sublimata nella resurrezione. I Vangeli della Passione, con la loro narrazione potente, profondamente spirituale, hanno ispirato artisti di tutti i tempi: in musica, certamente, le "Passioni" più toccanti sono quelle composte da Johann Sebastian Bach. Secondo il suo necrologio, il musicista scrisse cinque "Passioni", ma soltanto due sono arrivate fino a noi con testo e partitura. La "Passione secondo Giovanni" fu la prima che Bach compose per Lipsia, dove era stato nominato maestro di Cappella nel 1723: appena dieci mesi dopo l’assunzione dell’incarico, il compositore presentò questo suo colossale oratorio. Era il Venerdì Santo, 7 aprile 1724: fra pochi giorni, dunque, saranno tre secoli esatti dalla prima esecuzione. Alla vigilia della storica data, sabato 6 aprile alle 20.30 al teatro Comunale di Carpi la "Johannes Passion BWV 245" verrà eseguita da Accademia Hermans e dal coro da camera Canticum Novum, diretti da Fabio Ciofini, con le voci soliste di Lucia Casagrande Raffi, Lucia Napoli, Luca Cervoni, Federico Benetti, Sergio Foresti e Carlo Putelli. Il teatro carpigiano suggellerà così la sua stagione di musica classica.
Dramma umano, contemplazione spirituale e speranza di consolazione e di rinnovamento si uniscono in questa creazione (che prima di Pasqua abbiamo ascoltato anche a Modena, nell’esecuzione dei cori di Modena Musica Sacra): "La Passione secondo Giovanni di Bach rappresenta uno dei più grandi monumenti della musica sacra di tutti i tempi, ed è basata su alcuni episodi chiave del testo evangelico: l’arresto di Gesù, la partecipazione della folla alla sua condanna, la crocifissione, la morte e la deposizione nel sepolcro", ricorda il maestro Carlo Guaitoli, direttore artistico del Comunale di Carpi. Rispetto alla "Passione secondo Matteo" che Bach presentò poi nel 1727, quella secondo Giovanni è più breve, e secondo i musicologi più teologica e meditativa. Il canto dell’evangelista ripercorre le vicende, così come raccontate nei capitoli 18 e 19 del testo sacro, mentre grandi arie e corali commentano la scena, invitando alla riflessione e alla preghiera. "Tu eri morto. Gesù, e ora vivi in eterno – si ascolta in uno dei corali –. Nell’ora estrema a nessuno mi volgerò come a te che mi dai la pace". E un accento particolare viene dedicato alle lacrime di Pietro, che rinnega il Signore poi si pente: "Guarda anche me. Gesù – si canta –, e se non voglio pentirmi, se ho fatto del male, risveglia la mia coscienza".