Il caso Venturelli: "Indagini in corso, ma le politiche del Nord Europa non aiutano"

La famiglia di Alessandro Venturelli, scomparso da Sassuolo nel dicembre 2020, attende ancora la fissazione dell'udienza per decidere se accogliere o meno l'opposizione alla richiesta di archiviazione. Il viceprefetto Andrea Cantadori afferma che le autorità dei paesi del Nord Europa ritengono prevalenti le esigenze della privacy della persona scomparsa.

Tra i giovani di cui ancora non si sa nulla c’è anche il 23enne Alessandro Venturelli, a distanza di tre anni dalla sua scomparsa. Ancora si attende la fissazione dell’udienza in cui il giudice deciderà se accogliere o meno l’opposizione dei familiari del ragazzo alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. Roberta Carassai, la mamma del giovane sassolese, non si arrende: nei giorni scorsi, ha rivolto un appello online ai cittadini, chiedendo di prestare attenzione durante le vacanze e, in caso di probabile avvistamento del giovane, di scattare una foto.

Alessandro Venturelli è scomparso da Sassuolo sabato 5 dicembre 2020. Si era allontanato da casa intorno alle 15.30 portando con sé solo i documenti. Tra le piste seguite, quella Olandese a seguito di alcune ricerche che aveva effettuato il 20enne. Nei mesi scorsi anche il viceprefetto Andrea Cantadori, vicario del commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, era arrivato a Modena e aveva preso parte ad un incontro con il prefetto.

"Sul caso di Alessandro Venturelli ci sono indagini in corso di natura riservata – afferma Cantadori –. Spesso, però, i paesi del Nord Europa ritengono prevalenti le esigenze della privacy di una persona che il suo ritrovamento. Le autorità dei paesi del Nord, infatti, reputano che la persona maggiorenne che si trova nel loro Paese abbia diritto di restarci. Questo aspetto è prevalente rispetto alle ricerche che vengono condotte dalle autorità italiane ma, ovviamente, non agevola il ritrovamento degli scomparsi".