STEFANO LUPPI
Cronaca

Il ’ritorno’ dei Musei del Duomo Più sale e tanta tecnologia per celebrare la Cattedrale

Un convegno e un concerto per presentare alla città i nuovi spazi restaurati e le collezioni. Il vescovo Castellucci: "La bellezza è importante per combattere il male di vivere".

Il ’ritorno’ dei Musei del Duomo  Più sale e tanta tecnologia  per celebrare la Cattedrale

Il ’ritorno’ dei Musei del Duomo Più sale e tanta tecnologia per celebrare la Cattedrale

di Stefano Luppi

In poche parti d’Italia, oggi, è possibile vedere un museo che coniuga pezzi artistici "fondanti" della storia e identità del luogo con le più moderne tecnologie digitali. Questo accade in via Lanfranco, ai Musei del Duomo che aumentano di un piano i propri spazi. Altri quattrocento metri quadrati, cinque nuove sale espositive al secondo piano al fianco di due sale didattiche che affacciano sulla Ghirlandina, alle quali si uniscono nel sottotetto altri 400 metri di depositi. Ieri presso Unicredit, che ha finanziato i lavori insieme alla Fondazione di Modena per 800mila euro, si è tenuto il "battesimo" della riqualificazione degli spazi. Ad aprire la giornata sono stati il vescovo di Modena, don Erio Castellucci insieme al presidente di Unicredit, l’ex ministro Pietro Carlo Padoan. "Viene in mente la bellezza – ha introdotto don Erio – che pare una parola fuori tempo viste le brutture che ci circondano oggi. Vedo tanto pessimismo e male di vivere e quindi la bellezza diventa ancora più importante, ma non astratta bensì vista come immersione nella realtà attraverso l’arte che è anche fede. La visita a questi oggetti è anche fisica, l’ex direttore Renato Cavani poco prima di morire mi disse che aveva abbracciato una colonna del Duomo che gli voleva bene. E’ una bella immagine".

Elena Silvestri, progettista dei lavori riassume i contenuti: "Per questa nuova area molto inclusiva abbiamo pensato a cinque sale e due laboratori didattici. Nella prima sala vediamo la storia del Duomo, architettonica, urbanistica e scultorea, con opere sulle pareti e un lungo tavolo digitale con la linea del tempo e tanti contenuti storici digitali. La seconda sala presenta un mega schermo e un’area mostre mentre nella terza si studia il cantiere medievale potendo vedere copia degli attrezzi usati mille anni fa e cinque tipologie di mattoni utilizzati. Il quarto spazio racconta la storia dei portali della chiesa, quello Maggiore, dei Principi, Regia e della Peschiera, infine l’ultimo si focalizza su Wiligelmo e sul pontile dei Campionesi, visibile nella chiesa simbolo dell’Unesco". Per l’apertura al pubblico, però, occorre attendere. I musei saranno infatti interamente visitabili ogni giorno dal 9 giugno, ma il pubblico potrà accedervi ogni sabato a partire dal 29 aprile (sabato 22 ci sono due visite guidate, per ogni informazione museidelduomodimodena.it). La direttrice dell’ente, Giovanna Caselgrandi spiega: "Il museo presenta ancora le sue collezioni originarie, al piano terra bookshop e Lapidario con le sculture di Wiligelmo, la parte più antica oggi visitabile visti i lavori che abbiamo in corso mentre al primo piano c’è il Tesoro della cattedrale dove esporremo anche opere che abbiamo in deposito insieme a un arazzo appena restaurato. Al secondo piano ricostruiamo la storia della cattedrale e del sito Unesco attraverso tecniche innovative e coinvolgenti in modo che il museo sia preparatorio rispetto alla visita al Duomo. Le visite? Il covid ci ha danneggiato, ovviamente, negli ultimi anni con l’attuale staff siamo passati da 3mila visite alle 16mila del 2019 pre-pandemia. Contiamo di crescere: quindi vengono tanti turisti, grazie anche al biglietto unico e al lavoro del Comune attraverso il suo dirigente Giovanni Bertugli. Speriamo di portare anche i cittadini, che magari sono venuti in visita quando erano alle elementari e poi non sono più tornati. Questa può essere le occasioni per vedere tanta bellezza, come ha detto il vescovo".