Il terzo uomo non ci sta: "Morte di Alice, non c’entro. Contro di me solo illazioni"

Il collega della giovane uccisa, più volte citato durante le indagini, si sfoga: "Ho subito consegnato il mio telefono e mi sono fatto prelevare dna: ora basta".

Il terzo uomo non ci sta: "Morte di Alice, non c’entro. Contro di me solo illazioni"

Il terzo uomo non ci sta: "Morte di Alice, non c’entro. Contro di me solo illazioni"

"Contro di me solo illazioni diffamatorie. Fin dall’inizio sono stato sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti e ho prestato totale collaborazione alle indagini, dal prelievo del Dna alla messa a disposizione del mio cellulare. Adesso basta". A parlare per la prima volta, in una dichiarazione all’Ansa attraverso il suo avvocato Rita Nanetti, del foro di Bologna, è il collega di Alice Neri, la giovane mamma di 32 anni brutalmente ammazzata la notte del 18 novembre dello scorso anno nelle campagne di Concordia. La persona conosciuta come ‘terzo uomo’ che mai, appunto, è stata iscritta nel registro degli indagati e per la quale il gip aveva respinto accertamenti tecnici, ritenendo come le indagini avessero consentito di escludere con certezza la sua presenza nella zona del delitto. Come noto l’unico indagato per l’omicidio è infatti il tunisino 30enne Mohamed Gaaloul, per il quale è stato chiesto il giudizio immediato. La prima udienza in Corte di Assise è attesa per il prossimo sette febbraio. Ad un anno dall’omicidio, però, il collega della donna, di cui spesso si è parlato a causa del particolare rapporto di amicizia che intratteneva con la vittima, ha deciso di ‘uscire allo scoperto’ rilasciando dichiarazioni attraverso il proprio legale. "È un anno che sono destinatario di quelle che, a mio avviso, si possono definire infondate illazioni diffamatorie, in quanto mi si vorrebbe accusare della tragica morte di Alice Neri – ha affermato – Ancora oggi, nonostante le indagini abbiano accertato la mia estraneità all’omicidio di Alice, per cui a breve si aprirà il processo a carico di Mohamed Gaaloul, continuano ad essere diffuse informazioni sulla mia provenienza, sulla composizione della mia famiglia e sulle mie scelte lavorative, su dettagli anche intimi del mio rapporto con Alice, con accuse più o meno manifeste di una mia pretesa responsabilità nel suo femminicidio. Nei miei confronti – spiega – viene utilizzato l’appellativo di ‘terzo uomo’ ma, date le informazioni diffuse, è nota la mia riconoscibilità quantomeno nel contesto locale". L’uomo avrebbe lasciato intendere di aver presentato querele. "Voglio e devo dire basta a tutto questo, anche a tutela mia famiglia". Nel frattempo, a quanto pare lunedì sarebbe stata svolta un’attività di sopralluogo, nelle campagne di Fossa, dove è stata rinvenuta l’auto bruciata con a bordo il cadavere della vittima, da parte della dottoressa Raffaella Sorropago. La dottoressa, perito balistico, è esperta in balistica forense e ricostruzione della scena del crimine ed è stata nominata quale nuovo consulente dalla difesa dell’imputato. Il sopralluogo si è svolto anche attraverso l’ausilio di un drone e di altri strumenti di rilevamento. La dottoressa sarebbe infatti stata nominata al fine di rispondere a numerosi quesiti della difesa: lo studio della dinamica dell’omicidio, ad esempio, le vie di accesso e di fuga dal luogo, il posizionamento delle telecamere così da valutare possibili piste alternative.

Valentina Reggiani