EMANUELA ZANASI
Cronaca

Il volto umano degli ospedali: "Migliorare l’assistenza in corsia e ridurre il trauma del ricovero"

Sono gli obiettivi dell’Aou che sabato illustrerà ai cittadini, ai caregiver e ai volontari il progetto. Il dg Claudio Vagnini: "I pazienti devono imparare a vivere la degenza in modo differente". .

Il volto umano degli ospedali: "Migliorare l’assistenza in corsia e ridurre il trauma del ricovero"

Il volto umano degli ospedali: "Migliorare l’assistenza in corsia e ridurre il trauma del ricovero"

Rendere la permanenza in ospedale il meno traumatica possibile. E’ l’obiettivo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena che sabato 20 gennaio aprirà le porte dell’aula magna del centro didattico del Policlinico per illustrare il progetto ai cittadini, ai care giver e al mondo del volontariato. Già, perché sono proprio i volontari in prima linea in questo scenario. Volontari che saranno formati ad hoc per fornire un servizio che affianca ma è strettamente connesso a quello della cura medica in senso stretto.

"Umanizzare" il percorso ospedaliero, così lo definisce il direttore Aou Claudio Vagnini, per migliorare la qualità assistenziale dei pazienti. Il focus corre principalmente su due binari; gli anziani e i bambini. Per i primi il progetto è quello di limitare il più possibile la cosiddetta contenzione, spesso utilizzata in presenza di demenza o delirium e per attenuare il disorientamento e la paura che spesso l’anziano prova quando viene ricoverato. "Insieme al volontariato facciamo formazione affinché i pazienti possano vivere il ricovero in modo differente. Ad esempio giocare a carte, leggere un libro insieme o una semplice passeggiata possono già aiutare – ha spiegato Vagnini – dobbiamo evitare il più possibile di legarli o dare loro psicofarmaci , fare cioè in modo che la vita dei pazienti nei reparti sia un po’ diversa".

Un altro progetto che riguarda ogni fascia d’età, chiamato Spezza l’attesa, prevede la gestione completa del paziente nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, dove i volontari saranno sempre più un anello di congiunzione tra il paziente all’interno del Ps e il famigliare in attesa il quale sarà informato man mano che procede il percorso. Per i più piccoli i progetti sono molteplici. Una delle novità sarà la possibilità per i genitori di accompagnare il figlio in sala operatoria, solo ovviamente durante la fase dell’anestesia . Un posto importante lo riveste anche il progetto A spasso con Tommy che da alcuni anni viene promosso dalla Radioterapia dell’Aou di Modena ma che subirà un’evoluzione immergendo con un clic il piccolo paziente in un mondo fiabesco proiettato in tutta la stanza, una sorta di realtà tridimensionale che si attiva durante la seduta di radioterapia. Poi c’è il capitolo delle malattie rare.

Respira – mo, insieme agli animali, è la pet therapy (in questo caso con il cane) che viene rivolta ai pazienti affetti da sclerosi sistemica o da fibrosi polmonare per valutare i benefici della relazione tra animali e pazienti mentre verrà valorizzata sempre di più l’unicità del centro modenese per l’epidermolisi bollosa. I famigliari di questi pazienti che arrivano da fuori regione o dall’estero potranno infatti trovare una collocazione nella Casa di Fausta già attiva per i casi oncologici. La formazione dei volontari negli anni ha avuto poi un’attenzione particolare per i pazienti del Com di ogni età. "Abbiamo formato e certificato volontari che vanno all’interno del Com a seguire i pazienti ma che ora andranno anche a domicilio a prestare il loro servizio – ha spiegato ancora Vagnini – oltre alla parte tecnica, alla farmaceutica e a tutto quello che abbiamo migliorato in questi anni, c’é anche la parte che riguarda l’esperienza ospedaliera del paziente e delle persone che gli stanno vicino".

Ma è necessario anche Prendersi Cura di chi Cura il Paziente Oncologico. Ecco perché L’Oncologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria ha organizzato col supporto della direzione professioni sanitarie il primo corso destinato ai volontari delle associazioni che operano in ambito oncologico per insegnare loro a prendersi cura dei pazienti, sia quelli ricoverati, sia quelli che vengono curati al domicilio. Il ruolo di un caregiver in Oncologia è prezioso ma anche fragile se non ben preparato. Per tale ragione, l’Aou ha organizzato un corso per quei volontari che hanno scelto di prendersi cura dei pazienti oncologici per "diventare caregiver per scelta". I primi ’Diplomi’ sono stati consegnati proprio in questi giorni e a breve comincerà l’attività.

"Mettere la persona, e non la malattia, al centro del percorso di cura – spiega il sindaco di Modena e presidente del Ctss Gian Carlo Muzzarelli – non è solo uno slogan, deve essere un impegno ben preciso per la sanità pubblica con l’obiettivo di garantire la salute e il benessere dei cittadini nel modo più ampio ed efficace possibile. Sono tante le esperienze in corso con queste caratteristiche, che coinvolgono i pazienti, i familiari e il mondo del volontariato e che sono caratterizzate da un impegno forte e convinto di tutto il personale sanitario".