Inchiesta partita da una lettera anonima che chiedeva aiuto

Presunte persecuzioni e intimidazioni al Centro Ippico Militare: il tenente colonnello Giampaolo Cati accusato di gravi abusi psicologici e sessuali sul personale. Denunce e registrazioni audio in mano ai carabinieri.

Inchiesta partita da una lettera anonima che chiedeva aiuto

Inchiesta partita da una lettera anonima che chiedeva aiuto

"Da anni chiunque lavori lì dentro è soggetto a gravi intimidazioni, minacce e il personale femminile è vittima di gravi persecuzioni a livello psicologico e sessuale. Tutto questo accade per mano del tenente colonnello Giampaolo Cati. C’è un maltrattamento generale del personale tutto". In una lettera anonima, arrivata alla redazione di un media locale, erano state denunciate le presunte persecuzioni da parte dell’ufficiale. La lettera, insieme ad alcune registrazioni audio riportanti frasi intimidatorie, era stata consegnata a inizio 2022 ai carabinieri. Nella lettera si chiedeva: "aiuto, prima che sia troppo tardi per chi non sopporta più", con riferimento a tentativi di "insabbiare tutto". Nella busta era stata inserita anche una scheda con le foto di un cavallo apparentemente morto e una chiavetta Usb. Negli audio, trascritti agli atti del fascicolo a carico di Cati e attribuiti a lui dalla lettera, si sente una voce maschile che pronuncia alcuni cognomi di militari in servizio al centro. "Trovate una soluzione a questo... divento una bestia! Voi avete conosciuto niente". E ancora: "Non avete conosciuto niente di quello che io posso essere. Voi non dormite la notte, mi dovete far telefonare dal generale comandante per cercare un attimino di respirare, perché io non faccio respirare nessuno". In un’altra registrazione presumibilmente l’ufficiale afferma: "Io ho buttato giù la porta della selleria... capito... Io arrivo prendo a calci la porta della selleria finché non vi casca addosso". Le presunte vittime avevano consegnato quindici relazioni di servizio al loro Comandante di Corpo il quale, assumendo il nuovo incarico di Comandante del Reparto Comando, aveva invitato il personale posto alle proprie dipendenze a rappresentargli eventuali aspetti critici, in modo da poter avviare ogni azione utile a migliorare le condizioni lavorative. Nell’ambito dei colloqui era così emersa la difficile e delicata situazione all’interno del Centro Ippico Militare dell’Accademia Militare. Non solo: dalle relazioni poi redatte dalle presunte vittime i vertici avevano colto un grave stato di paura e di ansia, derivante dal comportamento autoritario di Cati. Denigrazioni che l’ufficiale avrebbe riservato al suo personale, maschile e femminile senza distinzione. "Ho ricevuto pressioni e offese di tipo personali, giudizi del tipo: ‘devi dimagrire, ti faccio dimagrire io, se non monti a cavallo non dimagrirai mai’" spiegò una soldatessa.

v.r.