La forza di Lucia: "Diplomata in ospedale. Supporto prezioso"

Ha lottato per anni contro una leucemia, poi il trapianto

La forza di Lucia: "Diplomata in ospedale. Supporto prezioso"

La forza di Lucia: "Diplomata in ospedale. Supporto prezioso"

"Non posso che dire grazie a tutti gli operatori, gli insegnanti, i medici e gli infermieri che portano avanti questo progetto. Se sono arrivata all’Università senza perdere neanche un anno è grazie a loro". Lucia Cavazzuti, oggi appena più che ventenne, aveva tredici anni quando è iniziato il suo calvario dentro e fuori dall’ospedale a causa di una leucemia linfoblastica acuta. Diagnosi seguita da chemioterapie, guarigioni, ricadute e – ultimo in ordine di tempo – un trapianto di midollo osseo andato a buon fine. Oggi è il volto orgoglioso del video racconto sui servizi educativi e scolastici all’interno del Policlinico. Così come orgogliosi sono tutti i professionisti e le professioniste che le gravitano intorno. Complici della strada percorsa insieme e di cui Lucia, oggi, non mostra la fatica.

Lucia, come è iniziato il tuo percorso di ricovero?

"Sono stata ricoverata per la prima volta nel 2016, a 13 anni, con una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta e ho dovuto subito iniziare una serie di terapie, tra cui la chemioterapia. Era maggio, io ero in terza media e avrei dovuto sostenere di lì a poco l’esame alle scuole Guidotti. Ero molto preoccupata, avevo paura di non riuscirci. Invece tutti gli insegnanti e i medici del reparto mi hanno rassicurata dicendomi che avremmo risolto questo problema e così è stato: ho fatto le prove d’esame in ospedale, i professori sono venuti da me per permettermi di farlo. Ho continuato le cure e sono stata dichiarata guarita nel 2018". Poi però c’è stata una ricaduta. "Sì, nel marzo del 2021. Mi son trovata nuovamente ricoverata in questo reparto e caso vuole che fossi in quinta superiore: avrei dovuto sostenere gli esami di maturità. Di nuovo i professori, i medici e gli insegnanti del reparto mi hanno rassicurata dicendo che avremmo superato anche questo esame senza problemi. Grazie al loro supporto sono riuscita a sostenere la maturità in ospedale. Nel giugno di quell’anno mi sono diplomata al liceo scientifico Tassoni di Modena".

Cosa ha significato poter contare sul supporto della scuola ospedaliera?

"Per me è stato davvero molto importante perché grazie a questo progetto non solo ho sostenuto gli esami, ma ho fatto anche il primo anno di scuole superiori completamente a distanza. Si parla del 2016/2017: non c’erano ancora strumenti come la DAD, affinati con (o meglio a causa della) pandemia. Nonostante questo io sono stata messa nelle condizioni di seguire le lezioni a distanza attraverso video chiamate o lezioni domiciliari, quando potevo avere contatti con altre persone. Ancora dopo con quella che è diventata poi la mia classe, che per il primo anno ho visto sempre e solo a distanza. In questo modo, nonostante tutto, sono riuscita a completare il mio percorso di studi nei tempi giusti".

E ora l’Università. Quale hai scelto?

"Scienze della comunicazione a Reggio Emilia, sono al secondo anno. Ci sono arrivata grazie a tutti gli operatori, gli insegnanti, i medici e gli infermieri che permettono a chi si trova a dover subire un ricovero non solo di staccare dalla realtà ospedaliera, ma anche di continuare a studiare nonostante le difficoltà causate dalla malattia e dalla reclusione che questa comporta. Io li ringrazierò sempre: grazie a loro non ho perso nemmeno un anno, ho potuto affrontare esami di Stato come la maturità qui in ospedale e arrivare all’Università".

Chiara Mastria