La testimonianza di Nadia: "Ho perso mio marito anni fa, un dolore che non si accetta"

Tanti i cittadini presenti alla manifestazione: "Il lavoro è vita, non può essere morte" "Questo sciopero non deve essere sottovalutato. Siamo qui per chiedere più tutele".

La testimonianza di Nadia: "Ho perso mio marito anni fa, un dolore che non si accetta"

La testimonianza di Nadia: "Ho perso mio marito anni fa, un dolore che non si accetta"

Protesta e mobilitazione per rivendicare al Governo "una nuova legislazione che contrasti il lavoro precario, i subappalti nella logica del ribasso, i contratti sfavorevoli per i lavoratori, gli scarsi controlli, l’inaccettabile scarsa sicurezza sul lavoro". Ieri, la manifestazione sostenuta da CGIL e UIL, ha racchiuso intorno a sé anche molteplici voci, segnate ancora dal dolore.

"Perdere un figlio, un marito o qualsiasi altra persona sul lavoro è vergognoso e non deve più capitare a nessuno. Mi chiamo Nadia Palmentieri e vorrei intervenire sul tema perché mi tocca in prima persona: ho perso mio marito a 33 anni sul lavoro".

È ora di dire basta "e oggi rivolgiamo un appello, non solo al popolo italiano ma soprattutto ai politici per chiedere di intervenire immediatamente per assicurare più controlli nelle aziende, garantire un ambiente di lavoro sicuro e far rispettare le norme di legge – continua Nadia –. Sono sicura che lo sciopero di oggi servirà. Io vorrei e spero con tutto il cuore che tutto questo diminuisca, perché io so. So il dolore di una mamma o di una moglie che subisce una tragedia di questo tipo, e dico basta" sottolinea la cittadina presente al corteo. "Mi chiamo Rosaria Guida, ho 18 anni e sono una studentessa. Oggi sono qui perché troppo volte lo strumento dello sciopero è stato preso poco sul serio e sottovalutato da chi ci governa. Anche tra i lavoratori, si pensa magari che ci siano sempre cose più importanti ma mi auguro che lo sciopero di oggi possa davvero scuotere qualcosa sul livello nazionale. Una delle richieste è l’inserimento della formazione sulla sicurezza sul lavoro nelle scuole. Io frequento un liceo, dove ci insegnano a studiare, ma ciò non è sufficiente e non prepara in nessun modo al mondo del lavoro. Non abbiamo nessuna conoscenza di base su temi come quella sulla sicurezza sul lavoro. Questo sicuramente è un problema perché i ragazzi spesso si ritrovano a lavorare senza supervisioni ed esposti a rischi gravissimi".

L’esplosione all’interno della centrale idroelettrica sul lago di Suviana, nel Bolognese, è solo l’ultima di una serie inaccettabile di incidenti mortali sul lavoro in Italia. Anche per questo sono stati organizzati due cortei nel modenese denunciando soprattutto la controversa catena dei subappalti nel settore dell’edilizia.

"Il lavoro è vita, non può e non deve essere morte. Questa è una brutta situazione, al giorno d’oggi è inaccettabile che ancora si metta davanti alla vita dei lavoratori la morte. Quello che dispiace è che dopo tanti anni di lotte e di leggi, ancora continuano le morti sul lavoro. Mentre piangiamo le vittime di Bologna qualcun altro in questo momento muore sul posto di lavoro", le parole di Rosario Romano, cittadino e parte della segreteria della UIL di Modena.

Alla domanda se lo sciopero di oggi possa scuotere maggiormente le istituzioni, una cittadina risponde: "Mi chiamo Eleonora Candini, sono una lavoratrice e precisamente sono un operatore fiscale presso la CGIL. Io spero che il Governo prenda atto della richiesta fatta dai lavoratori nella giornata di oggi, perché sono temi vitali. Mi accodo come tanti alla richiesta di formazione sulla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, oltre che nelle scuole".