La pace ha la forma di un bambino: "è fragile, è capace di attirare tenerezza, ma va custodita e continuamente alimentata. O impariamo questo o sicuramente faremo passi distruttivi ulteriori nel mondo". Il vescovo di Modena-Nonantola e Carpi capta nell’aria nervosismo: le persone sono sempre più arrabbiate, da fuori e da dentro la Chiesa vengono inviati "messaggi che non hanno niente a che vedere con le Beatitudini raccontante nel vangelo". L’acceso dibattito per il "carro amato" in piazza XX settembre o per il concerto di Patty Smith in duomo è la dimostrazione che troppo spesso viviamo "dentro bolle mediatiche" e "siamo in comunicazione solo con chi ci dà ragione". Il clima, tutt’altro che ‘di festa’, è appesantito ancora di più dai conflitti in corso nel mondo. Ecco perché a pochi giorni dal Natale monsignor Erio Castellucci invita a cercare la pace "a partire dal cuore", a promuovere "ostinatamente il dialogo e il confronto con chi ha idee diverse, abbassando le armi". Per usare il "linguaggio del cuore", bisogna a rivolgere lo sguardo verso i più piccoli: "i bambini, Signore, sanno che cos’è la pace, la sognano, la implorano, la attendono; sono loro le prime vittime delle guerre degli adulti e i primi testimoni di pace". Il messaggio, rivolto a tutti i modenesi, prende spunto da un episodio avvenuto nei giorni scorsi in un’assemblea pubblica, durante la quale un papà ha lanciato una provocazione: "e se estendessimo il diritto di voto ai bambini?". I presenti – riferisce monsignor Castellucci – hanno reagito con un sorriso. "Ho pensato che questa proposta, per quanto irrealizzabile, risolverebbe almeno un problema: quello della guerra. Sono sicuro che tutti i bambini, in un ipotetico referendum propositivo, voterebbero all’unanimità ‘sì’ per la pace. Sarebbe un plebiscito. Genitori e maestre delle scuole dell’infanzia e delle primarie sostengono che in questo tempo la prima intenzione di preghiera dei bimbi è per la pace. Loro sanno che alla guerra si può giocare per finta, ma che solo la pace è una cosa seria. Invece gli adulti, soprattutto quelli che detengono le leve del potere, usano giocare per davvero alla guerra, con le vite degli altri". Giornali e telegiornali ogni giorno presentano il bollettino di morte e distruzione da ogni parte del mondo e riportano l’incapacità dei governati e della politica di trovare soluzioni alternative all’uso delle armi. "I bimbi dell’Ucraina e della Terra santa, che vedono i loro cari morti, le loro case esplose e i loro stessi corpi feriti – si chiede il vescovo – quali traumi incancellabili stanno vivendo? E con loro i bimbi armeni, azerbaigiani, yemeniti, etiopi, congolesi, haitiani, pakistani, e di tanti altri paesi in lotta tra di loro o al loro interno. È uno sterminio di corpi e cuori di cui l’umanità del futuro si vergognerà, come ora accade per i lager nazisti e per i gulag sovietici". Per tutte le persone di buona volontà la pace è un ideale da perseguire. Per i cristiani – aggiunge don Erio – la pace "non è solo un ideale, ma è un corpo: ’Cristo è la nostra pace’, dice San Paolo. La pace ha preso carne, ha la forma di un piccolo concepito a Nazareth e nato a Betlemme. Un neonato evoca fragilità e tenerezza insieme". Oggi, conclude il vescovo "possiamo permetterci di aggiungere che, se non ci uniamo ai bambini nel plebiscito per la pace, non potremo attraversare più nemmeno i regni della terra, perché l’avremo devastata".
CronacaL’appello del vescovo: "Se votassero i bambini un plebiscito per la pace. È tempo di unirsi a loro"