Laura Ferrari: "Autobus di Mestre, serve più prevenzione. Anche qui"

La ragazza che nel 2015 si ferì in Erasmus: "A Modena mezzi stipati. Così non va"

Laura Ferrari: "Autobus di Mestre, serve più prevenzione. Anche qui"

Laura Ferrari: "Autobus di Mestre, serve più prevenzione. Anche qui"

Una tragedia difficile da commentare. Una strage che deve però far riflettere l’intero paese. Il bilancio delle vittime del bus caduto a Mestre, Venezia, è di 21 morti e 15 feriti ma potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. A chiedere che il nostro paese ragioni una volta per tutte sulla prevenzione è Laura Ferrari che nel 2016 rimase coinvolta nel tragico schianto dell’autobus sull’autostrada a Tarragona, in Spagna, dove si trovava per l’Erasmus. Allora le vittime furono tredici. Oggi il terribile bilancio del bus caduto dal cavalcavia della Vempa, infatti, ha riportato prepotentemente alla memoria di Laura quei momenti di angoscia e terrore. "E’ l’ennesima tragedia che assomiglia a quella dove rimasi coinvolta. Quanto accaduto deve attivare ragionamenti di prevenzione e portarci a chiedere se le attività che facciamo tutti i giorni, ovvero prendere l’autobus o farlo prendere ai nostri figli siano davvero sicure come crediamo – afferma Ferrari –. Quello che voglio fare è denunciare la situazione delle corriere che portano i ragazzi da casa a scuola che sono innanzitutto un disagio: i ragazzi sono stipati uno sull’altro a fronte di abbonamenti assai salati. Parliamo infatti di 259 euro di abbonamento annuale per la zona uno e 333 euro per la zona due. Questo vuol dire che a settembre i genitori, se hanno due figli devono versare oltre seicento euro che si vanno ad aggiungere ai soldi spesi per cartelle, libri, quaderni. Quindi fanno spendere cifre assurde per ragazzi che viaggiano non in sicurezza, in situazioni da carro bestiame e se capita qualcosa, che non significa per forza ribaltarsi in autostrada, come successo a me o cadere da un cavalcavia, poi ci si dispera dinanzi all’ennesima tragedia. Se il bus fa un incidente in uno degli innumerevoli incroci che attraversa, con una situazione di studenti stipati possono registrarsi conseguenze gravi, ancora più gravi perché si possono prevedere", tuona la giovane.

"Questo ‘scandalo’ a Modena si ripropone ogni settembre – continua – e non viene risolto e la responsabilità non è solo di Seta, ma anche del Comune che ha un ruolo importante nella nomina del presidente e dovrebbe far sentire la sua influenza". Laura torna quindi alla strage di Mestre: "Quando si parla di 21 morti e 15 feriti c’è una chiara differenza tra vivo o morto – sottolinea –, ma spesso i feriti vengono considerati meno, eppure scontano una deviazione dei loro progetti di vita. Non dimentichiamoci, poi, che i numeri vanno letti in modo diversi: sono 21 morti moltiplicati per il numero delle loro famiglie e dei loro amici. Stessa cosa per i feriti, perché queste tragedie impattano sulla vita di tutte le persone che circondano le vittime. Per evitarle occorre prevenzione".

Valentina Reggiani