Lega e Fd’I, idea respinta: "Per assegnare alloggi Erp la residenzialità storica non è fondamentale"

Secondo il Pd contano di più le reali condizioni di bisogno dei richiedenti. L’opposizione: "Invece per noi il criterio doveva essere rafforzato".

Lega e Fd’I, idea respinta: "Per assegnare alloggi Erp la residenzialità storica non è fondamentale"

Lega e Fd’I, idea respinta: "Per assegnare alloggi Erp la residenzialità storica non è fondamentale"

Il Consiglio comunale di Modena, ha respinto due ordini del giorno, presentati da Giovanni Bertoldi (Lega Modena) e da Elisa Rossini (Fratelli d’Italia), che chiedevano di mantenere e rafforzare il criterio della residenzialità storica nella determinazione dei punteggi premiali da attribuire a chi fa richiesta di un alloggio di Edilizia residenziale pubblica (Erp). Entrambi gli ordini del giorno hanno ottenuto il voto a favore di Lega Modena e Fratelli d’Italia e sono stati respinti con il voto contrario dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Modena civica) e l’astensione del Movimento 5 stelle.

I due documenti prendevano le mosse dalla delibera della Giunta regionale dell’Emilia Romagna del 18 dicembre 2023 (che dovrà essere sottoposta all’Assemblea regionale) che ridefinisce i criteri per l’assegnazione degli alloggi Erp mantenendo come criterio di accesso alle liste la residenza anagrafica o l’attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nel territorio regionale da almeno tre anni ma stabilendo, allo stesso tempo, che i Comuni non possono ulteriormente valorizzare la residenzialità storica tra i criteri previsti dai regolamenti comunali per l’assegnazione degli alloggi. Entrambi i documenti invitavano, quindi, l’amministrazione comunale ad attivarsi con la Regione per sollecitare una revisione del provvedimento e per garantire, come ha specificato il consigliere Bertoldi, "la prerogativa dei Comuni nel determinare i criteri di priorità per l’assegnazione", mentre la consigliera Rossini, ricordando che il Regolamento del Comune di Modena valorizza il requisito della residenzialità storica, ha chiesto di intervenire nei confronti della Regione per "ribadirlo e rafforzarlo".

Il gruppo Pd (per il quale sono intervenuti il capogruppo Antonio Carpentieri e il consigliere Vittorio Reggiani) ha espresso voto contrario ricordando che l’azione sulla Regione, chiesta da entrambi gli ordini del giorno, è già in corso: "Già da gennaio, infatti, il sindaco ha aperto un confronto con l’obiettivo di preservare l’autonomia dei Comuni nella determinazione dei criteri da valorizzare, e di agire il più possibile a favore dell’integrazione e della qualità della vita sociale". I consiglieri hanno evidenziato, inoltre, che nel Regolamento del Comune di Modena la residenzialità storica vale per un massimo di sette punti sui cento totali, "risultando equilibrato e proporzionale rispetto ai bisogni prioritari, economici o sociali, che vengono tenuti in considerazione, a differenza, per esempio, di quanto previsto dal Comune di Ferrara dove risulta preponderante". Anche Sinistra per Modena, con Camilla Scarpa, ha sottolineato che il criterio della residenzialità rimane "ma non è più consentito utilizzarlo nei punteggi premiali che privilegiano, invece, i bisogni reali".

Motivando il voto di astensione del Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha affermato che le azioni richieste dagli ordini del giorno possono anche essere condivisibili, "ma non lo è il pensiero da cui sono generate e che si concretizza nel regolamento del Comune di Ferrara che una sentenza del Tribunale ordinario, non del Tar, ha giudicato discriminatorio". Per il consigliere "un sistema equilibrato deve premiare prima di tutto i più bisognosi" ed è giusto, però, "che la competenza rimanga ai Comuni che hanno una visione migliore dei bisogni del territorio".