Liste d’attesa sature Assalto a Dermatologia "Difficile rispondere alla richiesta di massa"

Il direttore generale Vagnini: "La mole di visite è spaventosa". Simoni (Medicina specialistica): "Il 50% degli invii sono inappropriati. Agende bloccate da prenotazioni che seguono percorsi sbagliati".

Liste d’attesa sature  Assalto a Dermatologia  "Difficile rispondere  alla richiesta di massa"

Liste d’attesa sature Assalto a Dermatologia "Difficile rispondere alla richiesta di massa"

La prevenzione si fa accedendo alle visite specialistiche, che per molte branche della medicina sono però possibili solo a pagamento poiché le liste d’attesa risultano sature. E’ la pesante eredità lasciata dalla pandemia da Covid che investe anche la Dermatologia, fiore all’occhiello del Policlinico: prenotare una prima visita dermatologica è una missione impossibile. "La richiesta di visite specialistiche è cresciuta enormemente negli ultimi 12 mesi, per quanto riguarda la Dermatologia stiamo facendo un grande sforzo per garantire un’assistenza primaria che possa indirizzare sull’Aou i casi dubbi che devono essere valutati da specialisti di secondo e terzo livello – spiega il dg dell’azienda ospedaliero universitaria, Claudio Vagnini – In generale la richesta di visite specialistiche è aumentata del 20% ma a ciò non corrisponde un aumento di personale perché non ci sono le risorse". Proprio ieri dalla Regione hanno fatto sapere che è pari a 84 milioni di euro il disavanzo delle aziende sanitarie, da Piacenza a Rimini, collegato ai bilanci di esercizio per il 2022: "Situazione proporzionale su tutte le aziende, passivo in gran parte dovuto alle spese straordinarie per l’emergenza sanitaria collegata al covid (375 milioni di euro di spese aggiuntive)". Per Vagnini le richieste di prestazioni specialistiche hanno raggiunto numeri "spaventosi, fuori controllo", ad esempio sono 500 ogni settimana le richieste di visite dermatologiche in provincia (la metà riguarda il controllo dei nevi). "C’è un piano assistenziale che va garantito ai massimi livelli, questo è quello in cui credo come medico", conclude Vagnini sottolineando però come gli effetti della pandemia si faranno sentire ancora a lungo.

"Le medicine specialistiche di due ospedali di terzo livello come il Policlinico e l’Ospedale Civile – ha precisato la prof Manuela Simoni, direttore dipartimento Medicine specialistiche – offrono prestazioni di alta specializzazione che non sono disponibili in altri centri. È il caso della Dermatologia per la diagnostica avanzata e la terapia dei melanomi ed altre patologie dermatologiche per cui si offrono prestazioni di secondo e terzo livello. Per una patologia oncologica, guaribile se diagnosticata e trattata in tempo, è più che mai fondamentale il corretto invio dei pazienti. A questo scopo diventa centrale l’appropriatezza sia della richiesta che della prenotazione perché un’eccessiva mole di richieste inappropriate o non correttamente veicolate rischiano di intasare i centri di terzo livello con prestazioni che potrebbero essere effettuate altrove, togliendo risorse a quelle specifiche, oltre che aumentare le liste d’attesa delle prestazioni di primo livello. È un tema complesso che riguarda tutte le medicine specialistiche, una sfida per la sanità pubblica dei prossimi anni che possiamo vincere solo grazie all’implementazione delle reti e ad azioni che aumentino la consapevolezza di tutti, in modo da favorire un’alleanza diagnostica e terapeutica tra medici di medicina generale, centri di prenotazione, ospedali e pazienti".

Secondo la prof Simoni, la difficoltà a ottenere la prima visita ad esempio dermatologica è dovuta al fatto che le agende sono bloccate da chi, invece, dovrebbe accedere alle prestazioni tramite altri percorsi: "Il Covid ha stravolto le modalità di prenotazione – spiega – c’è chi ha perso i propri percorsi e invece di farsi prendere in carico dal Cip prenota visite tramite il Cup e le farmacie allungando le liste d’attesa. Una analisi condotta su alcune specialità come Oculistica, Endocrinologia e Dermatologia dimostra come il 50% degli invii sia inappropriato". C’è inoltre chi pretende di essere visitato al Policlinico, pensando di avere un’assistenza migliore, rifiutando gli appuntamenti nella rete territoriale: "La qualità è la stessa ovunque", conclude.

val. b.