Lo strappo di Costantini: "Addio Pd, mi hai deluso". Pronto a entrare in Azione

La lettera del sindaco di Spilamberto agli iscritti: "Separarsi è meglio per tutti". Decisive le primarie mancate a Natale. Ipotesi candidatura alle Europee .

Lo strappo di Costantini: "Addio Pd, mi hai deluso". Pronto a entrare in Azione

Lo strappo di Costantini: "Addio Pd, mi hai deluso". Pronto a entrare in Azione

’Arrivederci amore ciao’: sulle note di una delle più struggenti canzoni di Caterina Caselli citata alla fine della lettera il sindaco di Spilamberto Umberto Costantini dice addio a un pezzo del suo cuore, il Partito democratico. Rapporto sempre tormentato, ma i nuvoloni neri si sono addensati soprattutto nelle vacanze di Natale scorso quando in pieno psicodramma candidature a sindaco di Modena Costantini aveva alimentato l’incendio calando la propria e corredando la proposta con una sondaggio ad hoc e la richiesta di primarie. Dal partito lo hanno gelato, è circolata una lettera fantasma firmata da Giuditta Pini e da alcuni sindaci del territorio (poi smentita da gran parte dei sottoscrittori) che lo impallinavano deprecando "le auto-candidature". Da qual momento la rottura è stata definitiva.

"Cari iscritti, care iscritte, gentile segretario provinciale – esordisce nella missiva d’addio il sindaco di Spilamberto – con questa lettera rassegno le mie dimissioni dal Partito democratico. Lunedì ho incontrato gli iscritti del Partito democratico di Spilamberto, la comunità che mi ha accolto tanti anni fa al tempo delle primarie del 14 ottobre 2007. A loro ho comunicato per primi la mia scelta di salutarli e andarmene. Se il Pd fosse a tutti i livelli come quello di Spilamberto e dei nostri circoli, probabilmente pochi se ne andrebbero, ma – prendo atto – non è così".

In questi anni, prosegue, "ho cercato di dare il mio contributo per costruire un partito riformista capace di parlare contemporaneamente a chi, più fragile, ha bisogno di essere protetto e a chi, invece, chiede soltanto di essere lasciato libero di crescere e dare sfogo alle proprie energie imprenditoriali. Mi sono impegnato per avere un partito che fosse in grado di tenere insieme tutti i lavoratori, fossero imprenditori, lavoratori autonomi o dipendenti, valorizzando il contributo che tutti sono in grado di dare alla società. Ho sognato un partito capace di prendere una posizione netta in difesa degli oppressi, condannando senza ambiguità chi si macchia di crimini orrendi contro la sua gente e contro gli altri popoli. Un partito riformista e progressista (perché sì, a volte anche stando a sinistra si rischia di essere conservatori), capace di opporsi ai populismi di estrema destra e a quelli di estrema sinistra".

E ancora: "Ho vissuto nell’idea che il nostro fosse un partito aperto, in cui i contributi degli iscritti non fossero visti come una messa in discussiorne del gruppo dirigente o del leader di turno. In cui le persone – ma anche le idee – potessero essere sfidate attraverso primarie democratiche". Da amministratore locale "questo spesso ha significato lottare contro chi era più in alto di me. Come quando da consigliere comunale ho criticato il mio sindaco per le inefficienze nella raccolta differenziata; o come quando mi sono candidato alle primarie locali sfidando la leadership per cambiare il futuro della mia città. Ho sfidato il partito quando da sindaco ho scelto di ospitare uno stabilimento Amazon nel nostro territorio, scontrandomi con l’ipocrisia di chi dicendosi difensore dei lavoratori non disdegnava contributi da chi quei lavoratori li aveva sfruttati. Ho sempre combattuto le mie battaglie a viso aperto".

E ora dopo 15 anni è tempo di bilanci: "Sono orgoglioso di quello che insieme alla mia comunità siamo riusciti a fare. I tanti traguardi raggiunti non rappresentano un punto di arrivo ma sicuramente oggi Spilamberto è un posto migliore di come l’abbiamo trovata". Ecco l’affondo: "Non sono sicuro di poter dire la stessa cosa del partito in cui ho militato. Non voglio più illudere quanti credono in me che quella che abbiamo percorso fin qui sia ancora la strada migliore per chi vuole far progredire il nostro Paese. Ho smesso di crederci".

A tutti "i miei compagni di viaggio che ancora credono nel Partito democratico grazie per le cose belle fatte insieme. Ma per il mio e il loro bene è giusto che oggi ci salutiamo e che io lasci quella che per tanti anni abbiamo chiamato la nostra casa, è giusto che oggi io lasci quella che per tanti anni ho chiamato casa mia".

Che farà ora Costantini? Spiegherà tutto domenica alle 11 a Spilamberto sotto il Torrione medioevale. Nella locandina di convocazione campeggia la scritta ‘A presto!’. Sul suo futuro bocca cucita da parte dell’interessato, ma le indiscrezioni rimandano a un’entrata in Azione, il partito di Carlo Calenda e Matteo Richetti, e la possibilità ancora da definire di candidarsi alle Europee.

Intanto ribadisce comunque il suo sostegno alla candidatura di Massimo Mezzetti a sindaco di Modena e a Massimo Glielmi a Spilamberto.