Monica Raschi
Cronaca

Luci e ombre della sanità. Fabi: "Bilancio ripianato. Alloggi per infermieri"

L’assessore regionale sui nodi del settore, dai conti in rosso alle liste d’attesa: "Sono stati stanziati 135 milioni per potenziare l’assistenza sul territorio"

L’assessore regionale alla sanità Fabi

L’assessore regionale alla sanità Fabi

Bologna, 9 maggio 2025 – Un piano casa che preveda alloggi ad affitti calmierati per il personale sanitario, 135 milioni in tre anni per ampliare i servizi sul territorio per gli anziani, tre macro-aree dove assistenza, didattica e ricerca sono strettamente coordinate e ai cui tavoli siederanno anche i rettori delle università della regione, mentre il buco di bilancio registrato dalla sanità emiliano-romagnola è già stato ripianato. La rassicurazione è dell’assessore regionale alla Salute, Massimo Fabi che affronta anche altri temi urgenti relativi alla sanità pubblica.

Assessore, partiamo dalle liste di attesa.

"Non è sufficiente incrementare i volumi di offerta, come abbiamo fatto, ma serve un patto con tutti i professionisti sull’appropriatezza della prescrizione. Ci sono poi sistemi da consolidare come la pre-lista per i ricoveri programmati. Quando un cittadino si presenta al Cup – spiega Fabi – e l’attesa va oltre gli standard ministeriali e regionale, deve essere preso in carico. Questo vuol dire che l’operatore analizza la richiesta e ti richiama per darti l’appuntamento entro pochi giorni. Questo, però, al momento lo si può fare solo attraverso i Cup e non in farmacia. Per quanto riguarda le visite specialistiche facciamo i conti con i cali dei fondi nazionali".

Se però si chiede una visita privata il posto si trova nel giro di pochi giorni.

"Nel nostro piano straordinario si dice chiaramente che, qualora si sforino i tempi standard, si possa arriva fino al blocco della libera professione intramoenia".

Carenza medici e, soprattutto, infermieri: come si risolve?

"La carenza degli infermieri, in questo momento, è il grande problema. Se non si adottano provvedimenti con accordi collettivi nazionali, quindi livelli di remunerazione adeguati alle responsabilità e qualità di queste figure, non si risolve perché non riescono a vivere nelle grandi città per gli alti costi degli affitti e della vita. Ma a livello locale stiamo lavorando con gli altri assessorati a un grande piano di affitti calmierati anche per il personale sanitario".

Bilancio sanitario per circa 200 milioni di euro in passivo. Quali sono le cause? Possibili rimedi?

"La causa è il sottofinanziamento, ma la Regione con delibera di aprile, ha già dato disposizione per coprire l’intero disavanzo. A livello nazionale la spesa sanitaria aumenta del 3,6 per cento e l’incremento del fondo nazionale è solo dell’1,86 per cento. Gli aumenti sono dovuti agli accordi collettivi nazionali, all’aumento del costo dei farmaci, della spesa energetica, delle tecnologie e dell’inflazione".

A livello regionale si può ottimizzare qualche cosa?

"Una parte di posti letto di ospedali territoriali che già hanno un’alta percentuale di acuti, si possono collocare sul territorio nelle residenze per anziani, nelle case di comunità e a domicilio con personale infermieristico: c’è già uno stanziamento di 135 milioni di euro in tre anni".

L’accordo con i medici di famiglia per l’istituzione delle aggregazioni funzionali sul territorio, a che punto è?

"Sono ottimista: c’è una dialettica chiara e costruttiva per rimettere al centro il medico di famiglia. C’è chi contesta il ruolo unico, ma questo è stato deciso a livello nazionale e gli stessi sindacati che sono al tavolo lo hanno sottoscritto. Comunque la settimana prossima convocherò un nuovo tavolo con i sindacati dei medici di medicina generale".

Aggressioni nei Pronto soccorso e nei reparti, cosa si può fare?

"Stiamo potenziando sia la collaborazione con le Questure, sia la presenza continuativa delle forze dell’ordine all’interno dei luoghi ospedalieri più a rischio, poi in alcun ospedali è già stato inserito il pulsante rosso per avvertire le forze dell’ordine in caso di bisogno, ma stiamo potenziamento anche il servizio di vigilanza e dei sistemi di videosorveglianza".

Problemi, ma anche tanti punti di forza della sanità emiliano-romagnola.

"Sicuramente sono da citare i trauma center del Maggiore di Bologna, il Bufalini di Cesena e Parma che hanno salvato moltissime vite. Poi tutta la rete delle cardiochirurgie, quella oncologica che unisce l’alta complessità con la distribuzione per ogni provincia di eccezionali livelli assistenziali, quella ematologica, pensiamo alle Car-T che arriveranno al Sant’Orsola e tutto il sistema dei trapianti".