Martina Bagnoli saluta "Lascio musei più ricchi e vicini ai territori Digitale, noi apripista"

La direttrice delle Gallerie Estensi a fine anno si sposterà a Bergamo "Qui tante sfide. La biblioteca ad Ago? Trasferimento troppo oneroso. A Modena un fantastico patrimonio culturale, ma poca consapevolezza".

Martina Bagnoli saluta  "Lascio musei più ricchi  e vicini ai territori  Digitale, noi apripista"

Martina Bagnoli saluta "Lascio musei più ricchi e vicini ai territori Digitale, noi apripista"

di Stefano Luppi

"Sono molto soddisfatta della nomina alla Accademia Carrara di Bergamo, ma certo fino alla fine del mio contratto a metà dicembre non abbandonerò le Gallerie Estensi di Modena, Ferrara e Sassuolo". Martina Bagnoli, da fine 2015 direttrice del museo autonomo che unisce tre città è nel suo ufficio al piano nobile di Palazzo dei Musei, alla Biblioteca Estense. Fa riunioni, risponde al telefono e con il Carlino riflette su questi anni e sul futuro in attesa di fare le valigie per Bergamo dove dal primo febbraio dirigerà la Carrara.

Partiamo da un bilancio a Modena e Ferrara?

"E’ stato un periodo sfidante, di cui sono molto contenta perché abbiamo davvero cambiato volto a Galleria e Biblioteca Estensi, alla Pinacoteca di Ferrara e al Palazzo Ducale di Sassuolo, dove peraltro interverremo in modo significativo a settembre".

Che musei lascia?

"Quando sono arrivata erano luoghi aperti al pubblico, non istituzioni predisposte per una offerta culturale ampia, variegata e continua. Abbiamo avuto un ruolo iniziale un po’ eroico di cui sono grata allo staff".

Che innovazioni ha portato?

"Abbiamo fatto un lungo lavoro sui vari tipi di pubblico oltre a tante attività con le scuole che non venivano molto mentre ora sono centinaia ogni anno. Ad esempio con il Venturi a Modena lavoriamo bene mentre presto inizieremo anche un percorso nelle carceri. Ampi i rapporti con il territorio e ne sono molto felice".

Nel settore digitale?

"A Modena siamo stati i primi a digitalizzare, e oggi ci sono a disposizione centinaia di migliaia di volumi e altri materiali. Siamo divenuti uno standard nella digitalizzazione e così ci chiamano da più parti per questa attività. In passato ci furono anche polemiche, ma questo lavoro ha allargato enormemente, rendendola ‘mondiale’, la Biblioteca Estense".

E la Galleria di Modena?

"A giorni pubblicheremo la prima parte del catalogo scientifico online con schede di 5-10 pagine e la possibilità di aggiornare i materiali scientifici creando un archivio delle vecchie schede. Uno strumento formidabile, siamo il primo museo italiano a farlo e tra i pochissimi in Europa. Ma c’è altro".

Dica.

"Abbiamo acquisito tantissime opere, in biblioteca a esempio 56 disegni di soggetto africano, dipinti di Maineri e Girolamo da Carpi, a Ferrara il prestito lungo di una scultura di Vittoria raffigurante Costabili. Ottima anche la collaborazione con gli Amici delle Gallerie presieduti da Edvige Rangoni che spero continuino a supportarci. A Modena ora stiamo anche preparando una grande mostra di Hendrick ter Brugghen, pittore caravaggesco".

A Ferrara invece?

"Abbiamo riallestito completamente la Pinacoteca nazionale che ora ha un percorso chiaro e filologico. In più abbiamo creato il biglietto comune con le mostre di Palazzo dei Diamanti e il pubblico è numeroso".

I rapporti con Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura, come sono? Lui più volte ha detto che le Gallerie Estensi si staccheranno da Ferrara.

"Sgarbi mi ha di recente elogiato (sorride, ndr) e quella di rendere autonoma la Pinacoteca mi pare volontà politica".

Lei anni fa disse no al trasferimento dell’Estense ad Ago, perché?

"Meglio concentrarsi sull’allargamento per via digitale piuttosto che su un oneroso trasferimento fisico dei libri".

La Galleria Estense si allargherà nell’ex ospedale Estense?

"Sì, il Comune ci ha fornito 1000 metri quadrati al grezzo e stiamo facendo il bando per gli allestimenti. I primi mesi del ’25 ci sarà un percorso che si dipanerà con le arti decorative e le medaglie e ci saranno sale didattiche. Inoltre, più avanti nel tempo, arriverà la pittura e scultura del ‘700 e ‘800".

Come ha lavorato in Emilia Romagna?

"Mi sono trovata bene, ho operato con 5 sindaci di diverse aree politiche e 6 assessori alla cultura. Infine vorrei dire che a Ferrara i cittadini hanno la piena consapevolezza del proprio patrimonio culturale. A Modena un po’ meno nonostante il patrimonio artistico e scientifico pazzesco. Sotto la Ghirlandina le filiere molto forti, su cui si punta sono altre, dall’automotive all’agroalimentare".