REDAZIONE MODENA

Modena, l’oncologo Federico condannato a due anni e undici mesi per abuso d’ufficio

Nel processo è stato assolto da tutti i capi d’imputazione che riguardavano ipotesi di corruzione

Modena, 5 aprile 2022 - Assolto da tutti i capi di imputazione che riguardavano ipotesi di corruzione ma condannato a due anni e undici mesi per il reato di peculato e abuso d’ufficio. E’ questa la sentenza pronunciata oggi nei confronti del professor Massimo Federico, accusato di peculato, corruzione e abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle sperimentazioni che, secondo l’accusa, sarebbero state presentate falsamente al comitato etico del Policlinico facendole passare per non profit mentre in realtà sarebbero state finanziate in modo occulto da note aziende farmaceutiche con migliaia di euro. Secondo i giudici che ieri hanno letto la sentenza in aula dopo sette ore di camera di consiglio però non vi fu alcuna corruzione dietro alle sperimentazioni: l’oncologo nel merito è stato assolto perchè ‘il fatto non sussiste’. Infatti nei confronti del professore è caduta l’accusa di corruzione così come quella di interruzione di pubblico servizio, di falso ed è stato derubricato il reato di peculato. Assolti tutti gli altri imputati, tra cui Stefano Sacchi, collega di Massimo Federico. Per l’oncologo il pubblico ministero Marco Nicolini aveva chiesto 6 anni e sei mesi e pene per 2 anni e 8 mesi per i sei manager di case farmaceutiche – ieri assolti – e 3 anni per Stefano Sacchi, collega di Federico. Per quanto riguarda la condanna a due anni e undici mesi, appunto, il reato di peculato è stato rubricato in abuso di ufficio relativamente al capo di imputazione legato all’occupazione degli spazi del Policlinico. E’ rimasto invece il capo dieci, ovvero quello relativo al registro tumori in termini di peculato. ‘Porteremo avanti le nostre posizioni anche in appello, sono quelle che abbiamo sposato perchè condividiamo appieno quanto sostenuto dal professore: non si è mai impossessato del registro tumori ma ha rivendicato un ruolo che gli era stato riconosciuto sin dalla costituzione del registro’ – afferma l’avvocato Sonia Mascia Cavalera che difende l’oncologo insieme all’’ex pm di Mani Pulite Antonio di Pietro. Siamo soddisfatti per la sentenza nel merito della parte assolutoria relativa alle corruzioni’.