GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Minori stranieri, tensione. L’ex sindaco Muzzarelli: "Non sono un problema ma una possibile risorsa"

Commissione in Regione sull’argomento alla presenza dell’assessora Conti. E in Consiglio comunale dibattito sulla gestione dopo l’aggressione a Magreta. Il Pd: "È il governo che deve farsi carico a livello nazionale della questione"

Il Consiglio comunale

Il Consiglio comunale

Modena, 21 maggio 2025 – "I minori stranieri non accompagnati possono essere un'opportunità, non un problema". La considerazione è dell’ex sindaco e attuale consigliere regionale Gian Carlo Muzzarelli che ieri ha presieduto la Commissione alla quale ha partecipato l’assessora al Welfare Isabella Conti. Secondo i dati del governo, in Regione ci sono ora 1.362, di cui 451 nel bolognese, 136 in provincia di Ravenna, 126 nel Modenese e 123 nella provincia di Forlì-Cesena. "Risposte facili a temi complessi non ce ne sono – spiega Muzzarelli – e chi pensa di averle quando va al Governo si accorge che la realtà supera sempre gli slogan. Se vogliamo fare in modo che i minori stranieri non accompagnati diventino una ricchezza e non siano un problema, dobbiamo assicurare legalità, inclusione, avviamento al lavoro. La strategia regionale prevede immediato insegnamento della lingua italiana, inclusione scolastica (combattendo la dispersione educativa: a scuola si cresce e ci si unisce), formazione degli operatori sempre migliore e promozione dell’affido, che è la forma più alta di accoglienza".

L’argomento è tornato d’attualità a Modena dopo il dibattito di lunedì in Consiglio comunale dove l’assessora Alessandra Camporota ha relazionato sul caso dell’aggressione a Tabina di Magreta ad aprile. Nella seduta (il Pd, annunciato dal capogrupo Diego Lenzini, ha osservato dieci secondi di silenzio per le vittime civili di Gaza) Giovanni Bertoldi della Lega ha sottolineato come è "non è possibile che persone con gravi problematiche psichiatriche circolino liberamente, fuori da ogni controllo". Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha invocato "un ripensamento profondo delle politiche di accoglienza: occorrono più risorse, più controlli e una maggiore responsabilizzazione delle strutture ospitanti".

Per il Pd, Luca Barbari ha rimarcato che "se mancano i posti nel sistema Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), è a Roma che bisogna intervenire: i fenomeni complessi si affrontano con politiche pubbliche serie, continuative e capaci di investire nel benessere e nella protezione dei minori". Anche per Stefano Manicardi il dibattito andrebbe portato avanti anche ad altri livelli istituzionali, "magari attraverso un’interrogazione parlamentare, per discutere in modo strutturato delle politiche di accoglienza rivolte ai minori stranieri non accompagnati: serve un impegno concreto da parte del Governo affinché si faccia carico di un tema così complesso".

Martino Abrate (Alleanza Verdi e Sinistra) sottolinea come "questi minori sviluppano comportamenti violenti spesso a partire da condizioni personali estremamente difficili. In questo momento c’è scarsa connessione tra i servizi locali e lo Stato, e gli operatori vengono spesso ingiustamente messi sotto accusa". Grazia Baracchi (Spazio Democratico) ha invitato a "evitare risposte ideologiche o slogan semplicistici, puntando invece a una lettura accurata dei numeri e delle disfunzioni del sistema".

Anche per Giovanni Silingardi (M5s) "serve un’analisi seria e puntuale delle cause che stanno alla base di questi fenomeni. Alcuni di questi minori commettono reati, ed è fondamentale chiarire a chi spettano le responsabilità in termini di prevenzione e di repressione: se chiediamo un cambio di passo all’amministrazione, dobbiamo anche dire con precisione che cosa dovrebbe fare in più rispetto a oggi". Infine, secondo Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) ha invitato a una riflessione: "Se pensiamo solo in termini di inclusione, dobbiamo anche chiederci quanti, tra quelli che arrivano, abbiano davvero il desiderio di essere inclusi". Il nodo, secondo il consigliere, "non sta tanto nella carenza normativa o di risorse, quanto nella capacità stessa del sistema di offrire un percorso di integrazione credibile e funzionante".

g.a.