Quei due murales, dipinti sulle pareti del Barchessone Vecchio nel 2014, "per renderlo più bello dopo le ferite del sisma 2012", per il Comune di Mirandola sono, invece, ‘atti vandalici’ e il committente, Tiziano Sgarbi, ex gestore del bar a fianco dello storico edificio, dovrà sborsare la somma di 5.800 euro.
"L’idea era di abbellirlo, farlo rivivere in occasione di un festival di beneficenza e così vennero realizzati due disegni a carattere ambientale. Lo stabile ha vissuto così, ‘colorato’, fino al 2018 – spiega Tiziano – anno in cui è stato ristrutturato. L’amministrazione di allora – sottolinea – si arrabbiò tantissimo, in particolare l’allora sindaco Maino Benatti, e minacciò una denuncia penale, poi ritirata, perché mi resi disponibile a risarcire il ‘danno’ creato, ammisi, insomma, la mia responsabilità".
L’ingiunzione di pagamento è arrivata, e con un ‘ritardo’ di sei anni. "Pensavo fosse una vicenda chiusa e sepolta, e non so – commenta – se è frutto del lento cammino della burocrazia o se è l’amministrazione attuale a ritenere doveroso il pagamento". Fatto sta che in aiuto a Sgarbi, che deve risarcire il Comune per quello che è stato definito un atto vandalico, interviene l’associazione ManiTese di Finale, che ha lanciato un #crowdfunding, "visto tutto l’amore che era stato riversato nei murales e nel Barchessone", e una serie di eventi per raccogliere fondi. Il primo in lista e domenica, con l’incontro, previsto alle 17, nella sede di Manitese a Finale, con Pietro Rivasi, curatore di eventi di arte urbana e fondatore del progetto ‘Icone’, uno dei più longevi festival italiani del writer e street art. Rivasi dialoga con Simone Ferrarini, del Collettivo Fx, sul rapporto conflittuale tra arti urbane e istituzioni.
"Il problema, infatti – commenta Sgarbi – è annoso e irrisolto: da una parte ci sono i graffiti e i graffitari, dall’altra le denunce per vandalismo a cui spesso le istituzioni ricorrono, senza contare che a volte ingaggiano artisti di strada per ‘colorare’ edifici pubblici. La situazione che mi riguarda – conclude Sgarbi – è l’occasione per riaprire una riflessione generale sull’arte di strada".
v.bru.