DORIANO RABOTTI
Cronaca

Nek riapre il Carani : "Mi sento a casa, sarà una grande festa con tutti gli amici"

Il cantante ha debuttato proprio sul palco del teatro di Sassuolo in una delle edizioni del ’Festival dello Studente’. Domani sera ci sarà il duo dei Winchester, ospiti anche Baroni e Renga.

Nek riapre il Carani : "Mi sento a casa,  sarà una grande festa con tutti gli amici"

Nek riapre il Carani : "Mi sento a casa, sarà una grande festa con tutti gli amici"

Era giusto che dessero a lui le chiavi, per riaprire la porta dei sogni. Era giusto che fosse Nek ad inaugurare il Teatro Carani che dopo quasi dieci anni riabbraccia il pubblico domani, perché in fondo è da lì che è partita la sua avventura personale e artistica. Oggi Filippo Neviani, cresciuto a poche centinaia di metri da quel teatro, è un uomo di 52 anni che ha realizzato tutti i sogni. Quelli che aveva quando, a quattordici anni, saliva per la prima volta su quel palco, con una camicia di flanella a quadrettoni e una chitarra quasi più alta di lui, per cantare il country di John Denver al Festival dello Studente, nel duo dei Winchester. Che domani si ricomporrà.

Filippo, quanto le mancava questa casa artistica?

"Io come tanti altri sassolesi c’eravamo un po’ dimenticati del Carani. In tutti questi anni abbiamo seguito i vari problemi tra Comune e proprietari, avevamo un po’ perso la speranza. Anche se il Comune si sforzava di dare vita a spettacoli in altri luoghi, come Piazzale della Rosa, tutti quanti sentivamo una mancanza. Era come se il paese senza il suo teatro fosse una persona claudicante".

E poi che cosa è successo?

"È successo che un giorno incontro il mio vicino Luca Mussini e mi dice: e se il teatro riaprisse? Sarebbe bellissimo, gli rispondo. E lui e altri imprenditori facoltosi, illuminati e innamorati della propria città, come Stefani e gli altri che sono entrati nella Fondazione, hanno lavorato in silenzio per trasformare il sogno in una cosa concreta. Quando mi hanno chiesto di supportare la Fondazione l’ho fatto molto volentieri perché so che questo gruppo è mosso dall’amore per la propria terra. E un teatro che riapre nel terzo millennio è qualcosa di incredibile".

Di sicuro va controcorrente.

"Il nuovo Carani è un impianto avveniristico, con le sedie che scompaiono e la platea che si libera: non hanno badato a spese, hanno tutta la mia ammirazione. Hanno messo a disposizione del territorio una struttura che servirà non solo per i concerti".

Ricordi da spettatore?

"Un film di Bud Spencer e Terence Hill, ’Altrimenti ci arrabbiamo’. E portai una fidanzatina a vedere ’Cocktail’, con un giovanissimo Tom Cruise".

Oggi lei è un artista affermato, se guarda indietro quanti Nek vede su quelle tavole?

"Tantissimi. Ancora non me ne rendo conto, ma sono sicuro che toccherò la vera emozione salendo sul palco, quando monteremo tutto e faremo la prima prova il cuore batterà forte. Perché lì sopra ci sono tutti i miei ricordi, tra cui uno degli ultimi raduni dei miei fans club. La mia mente tornerà a quel momento".

La verità è che riaprire un teatro significa togliere la polvere dagli album dei ricordi di una comunità.

"Significa riaprire una vita parallela legata a un paese che ha una grande cultura artistica. Tornerà un punto di riferimento, non dimentichiamoci che da qui sono sono passati Pavarotti, Lucio Dalla che preparò il suo ultimo tour, tantissimi attori di livello mondiale. Sarà uno spazio per chi vorrà fare eventi e chissà, magari torneranno anche ad organizzare qualcosa come il Festival dello Studente".

Ci crede davvero?

"Credo che sia una questione soprattutto di volontà, ma so che la spinta degli artisti locali che cercano un posto dove esprimersi ci sarebbe. Come c’era in quegli anni, stavolta il luogo ha una veste più moderna ma lo stile del 1930. In fondo, anche se è cambiato il modo in cui i giovani ascoltano la musica, un concerto è ancora come allora: infili un jack, alzi il volume e fai entrare il rock".

Che cosa ricorda di quel 1987?

"Era il mio primo palco vero, c’erano il pubblico, gli applausi, lo scambio di sguardi. Vedevo solo la gente nelle prime due file, immaginavo gli amici, il paese. Ci trattarono bene, il primo anno cantammo Take me home country road, il secondo Rhymes and Reasons, sempre di John Denver. Eravamo alti come un banchetto. Poi ricordo il clima, c’era una curva caldissima, noi eravamo tranquilli perché in mezzo c’erano i nostri fratelli a controllare che non ci lanciassero niente...a volte piovevano uova, o polipi".

In un video dell’epoca, intervistato da Angelo Torelli, lei dice ’Speriamo che vada bene’. È andata bene, si direbbe...

"In quel teatro ho vissuto tantissimi momenti belli. Dopo i Winchester cantai al Festival dello Studente anche con i White Lady. Poi oltre agli spettacoli per i fan club, tra cui uno bellissimo in acustico che purtroppo non fu ripreso, ancora non c’erano i social, ricordo il bellissimo momento dei Giaroun d’la luna".

Spieghiamo a chi non sa o non ricorda.

"Fu un album a scopo benefico, con canzoni in dialetto, nel quale cantai con Pierangelo Bertoli, con Caterina Caselli, con Alberto Bertoli giovanissimo. Andavamo a Montale a registrare il disco, poi ci fu un concerto per presentarlo. Qualche anno fa abbiamo ricordato quel bellissimo momento, ma il teatro era chiuso e abbiamo dovuto cantare in piazza".

Ci sarà qualche amico anche stavolta, con lei?

"Apriremo insieme con l’amico Gianluca Vaccari dei Winchester, poi nel corso della serata canterò con Alberto Bertoli una canzone di suo padre Pierangelo, che sarebbe contentissimo di essere con noi in un momento simile. Duetterò con Marco Baroni in uno dei pezzi che abbiamo scritto insieme, e poi ci sarà Francesco Renga con il brano che abbiamo portato a Sanremo. Lui è stato subito molto contento di partecipare, ha capito quanto vale questo momento per Sassuolo".

Sua figlia Beatrice non ha mai visto il Carani.

"Sarà la prima volta, non le ho raccontato nulla. Voglio vedere la sua faccia quando scenderemo nei camerini, io avevo il primo a sinistra. Le voglio mostrare come era suo padre in quegli anni. Il futuro che incontra il passato: in fondo è il senso della serata".