Nel nome di Alessandro: "I figli scomparsi non si ‘archiviano’. Continuate a cercare"

La madre del giovane sparito nel 2020 a Sassuolo in piazza Matteotti. Con lei altre trecento persone e l’associazione Penelope. "Se fosse parente di un politico non lo avrebbero abbandonato".

Nel nome di Alessandro: "I figli scomparsi non si ‘archiviano’. Continuate a cercare"

Nel nome di Alessandro: "I figli scomparsi non si ‘archiviano’. Continuate a cercare"

‘Se Alessandro fosse figlio di un politico, il caso sarebbe stato trattato nello stesso modo?". C’erano almeno trecento persone, ieri, in piazza Matteotti per mostrare il proprio supporto a Roberta Carassai, mamma di Alessandro Venturelli, il giovane scomparso misteriosamente da Sassuolo il 5 dicembre del 2020. In tanti, con addosso le magliette con l’immagine di Alle, si sono rivolti alle istituzioni affinchè il caso non venga archiviato, perchè ‘un figlio non si archivia’. Infatti, il prossimo 30 aprile è prevista l’udienza di opposizione all’archiviazione chiesta dalla Procura di Modena. Presenti in piazza il sindaco di Sassuolo, Francesco Menani, l’onorevole cinque stelle Stefania Ascari che ha chiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta per le persone scomparse e per studiare il fenomeno delle organizzazioni settarie.

C’erano le nonne di Alessandro, i suoi amici più cari ma anche famiglie, genitori, conoscenti e liberi cittadini. "Voglio che tutti accendano le telecamere, perchè nessuno sa dov’è Alessandro – ha detto la nonna paterna. Maria Pia Valentini. La mamma coraggio, Roberta, dal palco si è rivolta al Ministro Nordio, al presidente della Regione e al Presidente del Consiglio chiedendo se, nel caso il figlio scomparso fosse il loro, sarebbero d’accordo a chiudere il caso. Prima di sparire Alessandro aveva detto alla mamma di sentirsi manipolato; dormiva con lei, dicendo di avere paura. Le sue ultime ricerche su internet riguardavano l’Olanda ma la procura non ha emesso un ordine di indagine europeo. "In questa piazza voglio far notare che ci sono persone che non si sono voltate dall’altra parte, cosa che hanno fatto le nostre istituzioni – ha commentato, con la voce rotta dal pianto – a loro dico: scendete dal vostro piedistallo e venite a dormire sul mio divano tutte le sere da 40 mesi".

"Non c’è confine per uno scomparso che deve essere cercato ovunque e continuamente - ha dichiarato l’avvocato della famiglia, Claudio Falleti dal palco. "I figli e il dolore non si archiviano e non verranno mai messi da parte: continueremo sempre a cercare Alessandro ma il nostro auspicio più grande è che anche questa volta si possa concedere un’ulteriore termine per continuare nelle indagini; noi non abbiamo gli strumenti della polizia giudiziaria e siamo tutti mamme, papà, figli: occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo". ‘Se ci fossero loro, le istituzioni al posto nostro? Ha chiesto quindi dal palco Marisa degli Angeli , presidente dell’associazione Penelope e mamma di Cristina Golinucci, scomparsa a settembre del 1992". "Se capitasse a noi – ha fatto eco Stefania Ascari rivolgendosi alla piazza - nel 2023 sono 30mila le denunce di scomparsa. Vuol dire 30mila persone e c’è una vita dietro, ci sono famiglie". Viviamo in un paese civile: se per gli assassini sono previste garanzie dovrebbero rispettare anche le persone che per tutta la vita non hanno torto un capello a nessuno: la legge ci da’ tanti di quegli strumenti per gli assassini ma per gli scomparsi, davanti alla caserma, c’è un muro di gomma – ha commentato l’avvocato Barbara Iannuccelli.

Valentina Reggiani