ALBERTO GRECO
Cronaca

Piaga abbandono scolastico. Quasi un ragazzo su dieci molla. Al Corni le percentuali più alte

La maggior parte dei giovani lascia gli studi nel biennio delle superiori: il 9.5% del totale. Il professor Pergreffi (Associazione presidi): "Costi e scelte sbagliate tra le motivazioni".

Piaga abbandono scolastico. Quasi un ragazzo su dieci molla. Al Corni le percentuali più alte

Piaga abbandono scolastico. Quasi un ragazzo su dieci molla. Al Corni le percentuali più alte

La recente pubblicazione dell’Ufficio Statistica del Miur sulla dispersione scolastica ha aperto uno squarcio su una realtà spesso sconosciuta che riguarda il mondo degli adolescenti e dei giovani. Considerando l’arco temporale che va dal 2012/2013 al 2019/2020 emerge un livello di dispersione nazionale – nell’arco di 8 anni – del 16,5%, che in Emilia-Romagna arriva al 18,1%. Nel 2022 la quota di giovani che ha abbandonato gli studi superiori in Italia è stata del 11.5%. Un dato alto rispetto alla media europea (9,6%), ma in calo rispetto all’anno precedente (12,7%). In Emilia-Romagna questa percentuale si è attestata nel 2022 al 9,5%, e Modena è in linea con questo dato. Numeri che devono fare riflettere e che abbiamo analizzato col professor Paolo Pergreffi, già preside del Fermi di Modena, da un anno in pensione, tuttora presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Modena.

Professore, non le pare elevato il numero di abbandoni? "Soprattutto in alcune regioni il fenomeno è rilevante e per alcune come Campania e Sicilia si pone in modo cronico".

A livello modenese quale è la situazione?

"Siamo nella media regionale intorno al 9-9,5% di abbandoni nel 2022. Dipende però molto dalle scuole: i professionali e gli istituti tecnici sono quelli che hanno una percentuale di abbandoni maggiore. Nel caso del Fermi, che possiamo considerare una scuola un po’ di élite, molto vocazionale, la percentuale di abbandoni è piuttosto bassa. Al Corni, sia professionale che tecnico, invece la percentuale è più alta. Parliamo nel biennio di percentuali che arrivano al 15-20% al Corni mentre al Fermi si fermano al 5% nel biennio". Qual è il panorama in regione?

"L’Emilia-Romagna è nella parte bassa della media, ma non bassissima, nel senso che è appena al di sopra degli obiettivi europei che sono 9%. La nostra regione si colloca sul 9,5% di abbandoni. Ma ci sono regioni che hanno una percentuale più bassa, parliamo delle Marche e del Lazio. Il fenomeno della nostra maggiore dispersione forse è legato alla percentuale più alta di studenti stranieri che abbiamo nelle nostre scuole. Per i ragazzi che vengono da famiglie non italiane, e che non hanno una condizione familiare ed economica che li sostiene, l’abbandono può diventare un fenomeno più frequente. Per molti di loro affrontare il percorso scolastico della scuola superiore spesso è problematico sia per i costi che per la durata, ma anche per le difficoltà che incontrano, di tipo linguistico per esempio o di basi che non hanno avuto modo di sviluppare in modo adeguato".

Quando parliamo di abbandono cosa si intende?

"L’abbandono si intende soprattutto nel primo biennio della scuola secondaria di II grado. E’ lì che c’è la stretta, il collo di bottiglia. L’impatto della scuola secondaria di secondo grado è particolarmente duro soprattutto per chi affronta licei e istituti tecnici. Però, l’abbandono è elevato anche nei professionali".

Chi abbandona nel biennio non viene intercettato dal sistema di istruzione professionale?

"Questo è uno dei grandi problemi che ci troviamo ad affrontare come scuole, quello dell’orientamento.

Molti ragazzi fanno scelte sbagliate alla fine della scuola media, scelgono la scuola in base a motivazioni molto diverse, amici piuttosto che aspirazioni, ambizioni non sostenute poi da un impegno ed un’attitudine adeguata che li porta a risultati fallimentari in prima e seconda superiore. Il 90 per cento degli abbandoni arriva nel biennio".