Pigoni abbandona Azione: "Tensioni e partito isolato"

La sassolese si è dimessa da segretaria regionale del partito, il messaggio: "Continue giravolte della linea politica nazionale, iscritti delusi e disorientati".

Pigoni abbandona Azione:  "Tensioni e partito isolato"
Pigoni abbandona Azione: "Tensioni e partito isolato"

"Ci ho provato con tutte le mie forze a tenere saldo il timone di una nave che vedevo dirigersi verso acque pericolose. Ho provato ad invertire la rotta, credetemi". Mentre nel mare in tempesta naviga Azione, il partito di Carlo Calenda e Matteo Richetti, nel difficilissimo tentativo di riunire i riformisti in un unico Polo con l’Italia Viva di Renzi, sul Titanic emiliano-romagnolo l’orchestra ha continuato a suonare. Ma dopo l’ennesima bagarre le onde si sono ingrossate e il comandante Giulia Pigoni è salita a prua per urlare un’ultima volta: "Non è questo il modo di fare politica". Il messaggio è rivolto non tanto a quelli di ‘casa nostra’, ma a quelli che stanno nei palazzi romani, troppo staccati da quello che si vive sul territorio. "Ho sempre messo tutta me stessa, con l’obiettivo di consolidare una modalità politica basata su impegno, serietà, capacità". E dai una, dai due, dai tre, la misura ormai è colma. "Dopo lunghe settimane di riflessioni sofferte, lascio Azione e rassegno le mie dimissioni da segretaria regionale, con la convinzione che questo sia solo un arrivederci: alla fine di questo tortuoso percorso ci ritroveremo inevitabilmente nella nostra casa comune". Questa è la cronaca delle ultime ore che si è conclusa con l’arrivederci della sassolese Pigoni, eletta segretario regionale poco più di un anno fa, consigliera regionale da gennaio 2020 quando venne votata nella lista del presidente Stefano Bonaccini. Se si tratti di un ‘arrivederci’ o di un ‘addio’ lo scopriremo cammin facendo. I bene informati parlano di un avvicinamento di Pigoni a Italia Viva, confermato anche dallo spazio che ieri il Riformista (quotidiano diretto proprio da Renzi) ha dedicato alla vicenda. Di certo c’è che il clima nel partito regionale è diventato irrespirabile e l’assemblea di qualche giorno fa ne è stata una prova schiacciante. La prova schiacciante è arrivata nei giorni scorsi, durante l’assemblea regionale di Azione: Calenda che elogia il "buon operato" di Giulia Pigoni e Richetti che ‘bastona’ tutti, chiede di ‘farsi valere’ in Regione e di ‘distinguersi’ dalla maggioranza. Ma questo, appunto, è solo l’iceberg. Emerso dopo mesi di incomprensioni a livello nazionale (con la fatica per la costituzione del Terzo Polo mai decollato) poi riproposte anche a livello regionale. "Purtroppo le mie speranze relative alla ripresa di un percorso di dialogo, di crescita e allargamento del nostro partito, sono andate diminuendo - scrive Pigoni ai militanti per annunciare le dimissioni –. Ho visto lievitare tensioni, divergenze, liti che non hanno fatto altro che allontanarci dall’obiettivo finale. Ho visto il forte disorientamento e la delusione da parte della nostra base, degli iscritti, dei simpatizzanti. Non credo assolutamente, come talvolta ho sentito dire, che il calo dell’entusiasmo nei territori sia imputabile a qualche mancanza dei dirigenti locali, quando piuttosto al crescente dissenso verso le continue giravolte della linea politica nazionale". E poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il commissariamento del partito a Reggio Emilia e a Rimini senza che la segretaria ne sapesse nulla. Che rimarca la stima a Calenda: "Voglio ringraziarlo per il percorso fatto insieme e la fiducia che mi ha sempre concesso: la mia è una decisione politica che non ha nulla di personale nei suoi confronti".

Paolo Tomassone