VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Polemiche sul chiosco nel parco: "Ho anche io il diritto di costruire. Gli alberi saranno salvaguardati"

Il titolare dell’ex Habanero, anche tramite il suo avvocato, replica alle critiche di ’Volta Pagina’ e M5s "La struttura avrebbe già dovuto essere costruita. Sono io ad aver subito torti per la lunga battaglia legale".

Polemiche sul chiosco nel parco: "Ho anche io il diritto di costruire. Gli alberi saranno salvaguardati"

Polemiche sul chiosco nel parco: "Ho anche io il diritto di costruire. Gli alberi saranno salvaguardati"

Una polemica lunga dieci anni. Dopo il sequestro, in tempi ormai lontani e la successiva inaugurazione dei chioschi al parco delle Mura, ora vengono sollevati nuovi dubbi sull’ultima delle casette in costruzione: l’ex Habanero di Carlo Serafini (nella foto). Infatti, dopo la posa delle transenne che delimitano il cantiere in corso per la realizzazione del nuovo chiosco ‘El Cedro’ sempre di proprietà di Serafini, le polemiche e i dissapori non si sono fatti attendere. Modena Volta Pagina ha espresso il proprio disappunto per la costruzione di un ulteriore chiosco e la "continua riduzione del verde in città". Il M5s Modena ha chiesto approfondimenti a Carabinieri Forestali e Soprintendenza sul rispetto del regolamento comunale. "Il progetto di dieci anni fa per noi non è più compatibile" affermano. Il fine lavori era previsto per questo mese, ma è stata chiesta una proroga: infatti sono state prescritte indagini per salvaguardare proprio le specie arboree. Ricordiamo che recentemente e dopo dieci anni il Tar ha sancito il diritto a prender parte al progetto di ricostruzione dei chioschi anche per Carlo Serafini: il titolare dell’Habanero aveva vinto la causa di merito nel 2021, ma il Comune si era opposto al rilascio del permesso a costruire. La quarta sezione del Consiglio di Stato aveva infine sottolineato come non vi fossero state responsabilità del gestore del chiosco sul ritardo nell’inizio dei lavori, dando ragione al Tar che aveva dichiarato illegittimo il provvedimento dell’Amministrazione. "Ho appreso con amarezza delle iniziative intraprese dalla lista civica ’Modena Volta Pagina’, che sui social ha definito ’insostenibile danno al patrimonio, inaccettabile e folle’ l’area delimitata per l’inizio dei lavori del chiosco a me assegnato, prendendo parte a un presidio lo scorso 6 aprile – afferma Serafini –. Sono gli stessi aggettivi che ho associato ai torti subiti negli ultimi dieci anni e alla battaglia giudiziaria che ho dovuto combattere, fino a quando il Consiglio di Stato ha definitivamente stabilito il mio diritto a costruire. Non si tratta di una nuova concessione, quindi, ma dell’affermazione di un diritto calpestato per dieci anni dal Comune, per ragioni bocciate da una magistratura che ha messo nero su bianco la disparità di trattamento da me subita rispetto ai gestori degli altri chioschi. Avrei piacere che le persone sapessero e si informassero adeguatamente rispetto alla questione e alle problematiche che affliggono i loro concittadini, perché una problematica in tutta questa storia c’è eccome: il mio chiosco sarebbe già dovuto essere costruito ed in funzione".

Quanto al progetto, l’avvocato Poliselli, che assiste Serafini afferma: "Fin dal 2014 la Soprintendenza competente ha richiesto di prestare particolare attenzione alla salvaguardia delle alberature esistenti, mentre il Comune ha recentemente prescritto indagini di rilievo e specifiche costruttive atte proprio a salvaguardare gli apparati radicali. Il Chiosco del ’cedro’ avrà come parte integrante della sua immagine proprio l’albero tanto discusso, che nessuno ha intenzione di danneggiare, ma anzi di valorizzare".

Il M5s lo scorso sabato aveva preso parte alla protesta davanti al cantiere: "Ci siamo recati dai Carabinieri Forestali – afferma la consigliera del M5s Enrica Manenti – ai quali abbiamo chiesto di controllare l’applicazione dell’attuale Regolamento del Verde che prevede un ampliamento delle aree di rispetto degli alberi; hanno riferito di aver fatto sopralluogo e ne faranno altri – sottolinea Manenti –. Abbiamo anche scritto alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna segnalando la particolare delicatezza dell’area in questione e abbiamo chiesto di visionare il progetto del ’Cedro’. Un ulteriore chiosco in quella zona non ci convince, noi vorremmo pedonalizzare viale delle Rimembranze verso il centro storico e così far diventare il parco un vero parco, non un’aiuola (sofferente) in lotta perenne con auto, smog e rumore".