Presto il gruppo misto e uno scudo per le minoranze

Il Consiglio comunale introduce il gruppo misto e il gentleman agreement per equilibrare il potere tra maggioranza e minoranza, con riforme in corso per semplificare il regolamento e favorire la partecipazione dei consiglieri.

Presto il   gruppo misto e uno  scudo per le minoranze

Presto il gruppo misto e uno scudo per le minoranze

Introduzione del gruppo misto e gentleman agreement tra maggioranza e minoranza per evitare che attraverso gli emendamenti sulle mozioni il più forte si divori il più debole.

Il Consiglio comunale si avvia alla fine dei lavori, ma il cantiere delle riforme del regolamento è aperto. La commissione Affari istituzionali sta mettendo a punto l’aggiornamento e la semplificazione degli strumenti a disposizione degli eletti, oltre alla già avvenuta attivazione del Punto unico di accesso e dei nuovi sistemi digitali.

Tra le novità che potrebbero interessare i nuovi eletti da giugno in poi l’istituzione del ‘gruppo misto’. "Al momento – ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi (nella foto) – se c’è un consigliere comunale che esce da un gruppo può solo aderire a un altro già esistente oppure crearne uno da solo". Barbara Moretti per esempio dopo un periodo con un nuovo gruppo creato ad hoc è passata dalla Lega al M5s, mentre Alberto Bosi ha dato vita Alternativa popolare. "Con il gruppo misto che sarà istituito invece oltre ad avere più potere politico in termini numerici, i consiglieri comunali avranno la possibilità di partecipare a tutte le commissioni senza necessariamente essere presenti in prima persona, circostanza spesso umanamente impossibile, ma organizzandosi e delegando di volta in volta nominativi diversi a presenziare le sedute".

L’altro punto in esame è la formalizzazione del gentlemen agreement che in questi anni ha funzionato per il quale una mozione non può essere emendata eccessivamente dalla formazione politica opposta: "Si vuol evitare che io, gruppo di minoranza, presento una mozione e la maggioranza, forte dei propri numeri, la corregge come le pare e la fa propria, snaturando magari il senso della proposta iniziale. Con questa modifica il consigliere di opposizione che presenta un documento è libero di decidere se accettare eventuali correzioni della maggioranza oppure ritirarla se ritiene che l’emendamento stravolga troppo il testo originario".

Terzo aspetto, la possibilità da parte delle minoranze di avanzare proposte in commissione in autonomia. "Prima occorreva il via libera dalla maggioranza, adesso le minoranze sono autosufficienti e possono portare le loro istanze in Consiglio, delibere incluse, senza il parere positivo della maggioranza", conclude Poggi.

g.a.