REDAZIONE MODENA

"Restando a casa non si fa comunità"

Il presidente di Confindustria Emilia critica lo smart working come modello esclusivo, sottolineando l'importanza delle comunità in ambito lavorativo. I parlamentari del Pd supportano il caso Panini, evidenziando i benefici del lavoro agile.

Il presidente di Confindustria Emilia critica lo smart working come modello esclusivo, sottolineando l'importanza delle comunità in ambito lavorativo. I parlamentari del Pd supportano il caso Panini, evidenziando i benefici del lavoro agile.

Il presidente di Confindustria Emilia critica lo smart working come modello esclusivo, sottolineando l'importanza delle comunità in ambito lavorativo. I parlamentari del Pd supportano il caso Panini, evidenziando i benefici del lavoro agile.

"Non si fa comunità in smart working". Lo sostiene il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, nella sua relazione alla prima giornata di Farete, a BolognaFiere. L’industriale modenese indica la necessità di un nuovo modello di lavoro adatto alla manifattura, che, dice, non può basarsi (solo) sullo smart working. "Dobbiamo recuperare il tempo perso con la pandemia- spiega il presidente di Confindustria Emilia- e la fase post pandemica, per avvicinare ancora di più le diverse generazioni negli ambienti di lavoro, tornando a ricreare le comunità che si confrontano e frequentano, e che sono alla base dei percorsi di crescita umani e professionali di ogni individuo. In Emilia l’alta concentrazione di manifatturiero e di ricerca collaborativa lungo la filiera, ci impongono regole diverse dal mondo dei servizi e della finanza. Non aspettiamo di capire di aver sbagliato, lavoriamo in anticipo".

Sul caso Panini sono intevenuti anche i parlamentari del Pd Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari: "Sosteniamo con forza l’esigenza di una contrattazione sempre più attenta alle condizioni di vita dei lavoratori. Per questo siamo al fianco dei lavoratori della Panini, a Modena come a Milano. I due giorni di smart working che chiedono di confermare permettono di organizzare meglio la giornata, conciliando tempi di vita e di lavoro. Riducono tempi e costi di trasporto e altre spese. Senza ricadute negative sulla produttività. Perché - si chiedono Guerra e Vaccari- tornare indietro dopo una sperimentazione di successo?".