STEFANO LUPPI
Cronaca

Restauro finito, riapre San Biagio: "Spazi che vogliamo valorizzare"

Riparati i danni del sisma, i tecnici hanno mostrato le ricchezze all’interno, tra affreschi e capriate del 600. Muzzarelli: "Sarebbe bello utilizzare il complesso anche per attività diverse da quelle liturgiche".

Restauro finito, riapre San Biagio: "Spazi che  vogliamo valorizzare"

Restauro finito, riapre San Biagio: "Spazi che vogliamo valorizzare"

A undici anni e mezzo dal terribile sisma del maggio 2012 finalmente è pronta la chiesa di San Biagio al Carmine, una delle più importanti di proprietà comunale. Da oggi, infatti, l’edificio che corre lungo via Emilia centro è a disposizione della diocesi per gli aspetti liturgici. Ma, hanno assicurato ieri il sindaco Muzzarelli e l’assessore ai lavori pubblici Andrea Bosi, le prospettive che l’ente locale vorrebbe assicurare a San Biagio sono molto più ampie. "Ora - ha spiegato il sindaco - affidiamo la chiesa alla Diocesi e dunque al parroco don Claudio che officia qui, al Tempio e in San Vincenzo. Ma vorremmo che ci fosse anche una valorizzazione in senso turistico e non solo, pensiamo al modello della chiesa di San Carlo, anch’essa consacrata e usata per altre attività. Inoltre ora il prossimo obiettivo è occuparci del bellissimo chiostro che il Comune ha in coabitazione con le vicine suore della Visitazione". L’assessore Bosi aggiunge: "La comunità modenese dopo avere aspettato tanto ha ora a disposizione questo monumento importante per la sua storia e i suoi arredi artistici. Questi lavori di restauro hanno un valore di 825 mila euro, finanziati attraverso risorse stanziate dalla Regione Emilia-Romagna".

Dal punto di vista artistico, anche se sono purtroppo invisibili da oltre undici anni, le decorazioni più importanti della chiesa sono quelle della cupola: le ha realizzate nel 1652 un pittore barocco di rilievo, Mattia Preti. L’artista si è ispirato al grande barocco romano - a esempio alla cupola di Sant’Andrea della Valle di Giovanni Lanfranco - e ha raffigurato una composizione a spirale, dove il moto parte dai santi carmelitani in basso e, attraverso la Vergine, giunge a putti e angeli e alla Trinità in alto. Opera fondamentale per la storia dell’arte e per il barocco estense modenese, finora peraltro poco "comunicato" tanto che di Preti qui sono presenti altri lavori: il "Concerto d’angeli" dipinto nel coro - struttura lignea che ieri era ancora coperta di polvere - e gli "Evangelisti" presenti nei pennacchi sottostanti. La visita effettuata ieri con l’amministrazione è stata anche l’occasione per i tecnici comunali e quelli di Candini Arte di illustrare tutti gli interventi: "La chiesa - spiega l’architetto Ilaria Braida, responsabile dell’intervento - aveva subito dalle scosse del 2012 danni diffusi alle cornici delle volte a crociera, alla struttura in muratura delle volte, alle pareti del sottotetto e alle decorazioni in gesso dei grandi archi della zona dell’altare. Per porla in sicurezza sono state realizzate strutture metalliche destinate a contrastare il ribaltamento della facciata principale, inoltre sono state rifatte la copertura con posa di doppio tavolato incrociato sotto il manto di coppi, la cerchiatura della muratura del tamburo della cupola, la riparazione delle lesioni e rinforzo delle volte in laterizio della navata centrale, dell’abside e della cupola, così come delle pareti in muratura del sottotetto. Dopo aver posizionato un sistema di incatenamento in acciaio sul perimetro siamo intervenuti anche sul campanile e anche sugli apparati decorativi pittorici e plastici che presentavano alcuni distacchi. Gli affreschi di Mattia Preti erano inoltre stati restaurati alcuni anni prima". Durante la visita l’amministrazione accennava anche di mostrare in futuro a piccoli gruppi di turisti il sottotetto: uno spettacolo straordinario con tutte le capriate originali del ‘600.