ALBERTO GRECO
Cronaca

Riapre il Duomo di Finale: "Dopo 12 anni di lavori la nostra comunità avrà di nuovo la sua chiesa"

Il taglio del nastro sarà domenica 26 maggio con le massima autorità civili e religiose. I tecnici: "Il recupero non è stato affatto semplice, per fortuna c’era tanta documentazione".

Riapre il Duomo di Finale: "Dopo 12 anni di lavori  la nostra comunità avrà di nuovo la sua chiesa"

Riapre il Duomo di Finale: "Dopo 12 anni di lavori la nostra comunità avrà di nuovo la sua chiesa"

Per salutare la rinascita del Duomo di Finale (che proprio ieri, nel giorno dell’anniversario del sisma, è stato ’svelato’ alla stampa) è arrivato anche un ospite speciale. Scortato dai Carabinieri, è tornato a Finale il capolavoro del Guercino con ’La Madonna, il Bambino e San Lorenzo’, un’opera di inestimabile valore che d’ora in poi si farà ammirare sul presbiterio. L’antico Duomo di Finale si prepara alla riapertura: domenica prossima l’arcivescovo Erio Castellucci ne spalancherà solennemente le porte, e a Finale tutti attendono con grande gioia ed emozione questo momento. "Con questo restauro – ha sottolineato monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’Arcidiocesi – la comunità vede finalmente restituita la sua chiesa principale, che torna ad avere vita, vita religiosa, manche vita che rinsalda tanti legami comunitari. Tutto questo sarà molto visibile domenica prossima: tutta la comunità di Finale si ritroverà qui per riprendere un rapporto che si era interrotto e che a maggior ragione non può che esser vissuto in una bella chiesa come questa che rappresenta tutto il territorio". Avviati il 25 marzo 2019, i lavori di ripristino con miglioramento sismico del Duomo si concludono proprio in questi giorni. L’importo complessivo delle opere realizzate, finanziato dalla Regione è pari a 6 milioni e 70mila euro.

"L’opera di ricostruzione – racconta Giuseppe Iadarola, responsabile unico del procedimento – è stata molto complessa. Lo si vede al primo sguardo. E ha riguardato sia il bene immobile, la parte architettonica-strutturale, sia i beni mobili". Fra gli interventi eseguiti, la realizzazione di un’intelaiatura metallica nella cella campanaria e la reticolazione in fibre lungo tutto il fusto che, insieme alla nuova scala in legno e all’inserimento dei nuovi impalcati, riduce la possibilità di espulsione per schiacciamento a compressione del campanile stesso. All’interno dell’abside è stato studiato un intervento che prevede elementi di rinforzo in fibra di vetro. "La ricostruzione non è stata semplice – ammette Micaela Goldoni di Politecnica, direttore dei lavori – ma per fortuna avevamo molta documentazione pregressa, molte riproduzioni fotografiche e insieme alla parte strutturale abbiamo cercato di ripristinare anche tutto quelle che erano una serie di rifiniture. Oggi non si vede il lavoro eseguito, ma è stata la parte che ha comportato la fatica maggiore. Con la facciata crollata, le tantissime lesioni sull’abside, le volte laterali crollate, l’organo danneggiato, la volta della navata centrale compromessa, pur con i suoi limiti dovuti alla natura storica dell’edificio, si è ripristinato l’intero apparato".

Il Duomo di Finale, nella sua forma attuale, venne eretto in un periodo compreso tra la fine del ’400 e il primo ’500, quando l’edificio originario venne ristrutturato, ampliato e alzato con un’aula rettangolare a tre navate, un’abside semicircolare e una copertura a capriate. L’interno risale al ’700 ed evidenzia una forte impronta barocca. Ora torna ricostruito alla sua comunità in tutta la sua bellezza e il suo fasto. Il ritorno del dipinto del Guercino è una perla in più in questo enorme lavoro di recupero del Duomo. Il pittore centese lo realizzò nel 1624 per la chiesa di Sant’Agostino, attuale chiesa del Seminario. "E’ un quadro che segna un periodo storico, ovvero il ritorno del Guercino dal periodo romano. – spiega Maria Grazia Gattari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio – . Nel 1624 gli venne commissionato questo dipinto per una famiglia importante di Finale Emilia". La preziosa tela in questi anni è stata conservata nel Museo diocesano e benedettino di Nonantola, dove è stata anche accuratamente restaurata. Ora troverà definitiva sistemazione nel lato sinistro del presbiterio.