
Sebbene si sia conclusa senza feriti, la rissa di giovedì alla stazione delle corriere di Pavullo continua a far discutere, specialmente sui social. A riguardo, interviene Anna Fucile, dirigente scolastico dell’istituto Marconi e psicologa clinica e di comunità.
L’episodio di ieri non è il primo in provincia...
"Penso sia dovere di tutta la comunità scolastica acquisire consapevolezza delle attuali forme del fenomeno. Perché in questo genere di episodi, spesso tutto scaturisce proprio dal linguaggio dell’odio".
Lei è anche psicologa: nel comportamento dei ragazzi, c’è qualche fattore giocato dalla pandemia?
"Sicuramente. Il tempo pandemico ci chiama per la maggiore incisività d’azione: nelle scuole si avverte una forte rabbia nei ragazzi. Una rabbia dovuta non solo al lockdown, che ha riportato forti ripercussioni a livello psicologico, ma anche legata ad una situazione di sviluppo dell’odio verso l’altro, dettato dal timore del contagio, e disturbi da stress post traumatico. Questo è anche il risultato della Dad: essere continuamente seduti davanti al computer ha acuito i comportamenti rabbiosi".
Come reagiscono i ragazzi coinvolti, una volta apparsi sui social?
"In loro si alimenta ancora di più la rabbia. C’è un doppio rischio: da una parte suscitare fenomeni di emulazione. Dall’altra, c’è una componente di protagonismo estremamente pericolosa".
Qual è la sfida della scuola?
"La sfida principale è proprio quella di essere in grado di garantire la convivenza fra sensibilità diverse".
Riccardo Pugliese