Era conosciuto come ’lo stregone della Canalaccia’, una figura ancora viva nella memoria dei montanari dell’Appennino tosco-emiliano che è rivissuta nell’omonimo libro di Luigi Bonaldi, ora ristampato a cura di Adelmo Iaccheri editore di Pavullo. La presentazione della ristampa de ’Lo stregone della Canalaccia’ – arricchita di nuovi capitoli – avrà luogo stasera alle 19 a Casa Manzi di san Michele con la partecipazione dell’autore nell’ambito dell’Apericena. Bonaldi veterinario di professione e scrittore per passione (soprattutto di fatti storici), aveva deciso di raccontare la vita di questo caratteristico personaggio "da tanti venerato, da altri snobbato" che esercitò il mestiere di sciamano-guaritore in una catapecchia, senza l’uso di medicine, ma solo con la potenza e la suggestione della sua figura e soprattutto dei suoi occhi di un celeste inconfondibile. Si trattava di Giuseppe Tazzioli nato alla Canalaccia di Frassinoro nel 1883, morto e sepolto a Roteglia nel 1964. Era emigrato a 15 anni in Argentina col padre a cercare fortuna, a 31 anni andò negli Stati Uniti dove si ricongiunse col fratello Settimo. Con lui imparò l’arte del guaritore in diverse tribù d’indiani d’America: trentottenne si ritirò alla Canalaccia, dove esercitò la sua arte fino alla morte.
g.p.