"Salute e inclusione, nessuno venga lasciato indietro"

A Roma tagli ai fondi sanitari pubblici, a Modena Mezzetti difende la sanità pubblica per servizi migliori e tempi di attesa ridotti. Focus su inclusione, servizi domiciliari, disabilità e infrastrutture sportive. L'obiettivo: servizi efficienti per tutti.

"Salute e inclusione, nessuno venga lasciato indietro"

"Salute e inclusione, nessuno venga lasciato indietro"

"A Roma il governo taglia i fondi alla Sanità pubblica, favorendo i privati e chi può permettersi assistenza e cure a pagamento. A Modena difenderemo invece la sanità pubblica, per fornire ai cittadini servizi migliori e ridurre i tempi di attesa".

Inizia così il messaggio che Massimo Mezzetti, candidato del cenotrosinistra, mette nero su bianco prima di affrontare le sue proposte in tema di salute e benessere. "Una città in cui si vive bene è anche una città che pensa e agisce in favore della salute delle persone, attraverso l’assistenza a chi ne ha bisogno, l’inclusione delle differenze, la socialità".

"Vogliamo una città che si prende cura delle persone, più attenta al benessere, agli stili di vita, allo sport e alla salute per ogni età, fondata su servizi accessibili a tutti. Insieme, si può" scrive il candidato sindaco.

Per la non autosufficenza, le proposte indicano "una nuova rete di servizi domiciliari integrati, sostegno specifico alle persone sole e accesso semplificato ai servizi di salute mentale".

Ma non è finita qui. "Disability manager, creazione di un percorso per il coordinamento delle politiche e dei servizi rivolti alla disabilità, valorizzazione del Centro per le Famiglie".

Grande attenzione anche sulla "crescita dei servizi di prossimità nell’ambito di un’assistenza sanitaria di alta qualità (Case comunità, Osco, Telemedicina), confronto trasparente tra Comune, Azienda sanitaria e Regione sulla destinazione delle risorse disponibili" e, non per ultimo, "un piano strategico e diffuso di funzioni sociali di prossimità e di rigenerazione e manutenzione straordinaria delle infrastrutture sportive esistenti, coordinato con società, polisportive, parrocchie e gli altri attori della vita attiva".

Il primo obiettivo, infatti, è proprio quello di "non lasciare indietro nessuno: servizi efficienti e puntuali per bisogni e fragilità di ogni età".