Schianto sul lavoro, morta a 20 anni. La perizia: "Non andava così veloce"

Il caso della studentessa Elena Russo: l’esperto nominato dal giudice smentisce quello della Procura. La giovane frequentava la facoltà di Giurisprudenza a Modena: per pagare la retta consegnava pizze.

In macchina Elena Russo teneva una velocità molto più bassa rispetto a quella che era stata calcolata dal consulente nominato dalla Procura.

È la conclusione a cui è giunto il perito Silvano Simoncini, incaricato dal tribunale nell’ambito del procedimento aperto sulla morte della giovane reggiana. Studentessa di Giurisprudenza a Modena, Elena Russo perse la vita a 20 anni mentre lavorava per pagarsi l’università consegnando pizze. La giovane, alla guida della Fiat Punto, si schiantò alle 20 del 30 gennaio 2022, dopo aver portato pizze a domicilio. Da San Bartolomeo stava percorrendo via Tirabassi verso Castelbaldo: poco prima di San Rigo la sua macchina centrò un palo e si rovesciò.

Nel registro degli indagati furono iscritti i due legali rappresentanti della pizzeria per l’ipotesi di omicidio colposo, legato alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Si voleva accertare se l’incidente fosse stato causato dalle condizioni dell’auto fornita alla ragazza dalla pizzeria. Nel settembre 2022 la Procura chiese per loro l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato. I genitori della ragazza, attraverso gli avvocati Simona Magnani e Giulio Cesare Bonazzi, si sono opposti all’esito di una consulenza da loro commissionata. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Rat aveva rigettato l’archiviazione e restituito gli atti alla Procura, perché promuovesse accertamenti tecnici. Il pm ha poi chiesto di farli all’interno di un incidente probatorio, nell’ambito del quale il tribunale ha incaricato Simoncini.

Secondo Davide Manfredi, l’esperto nominato dalla Procura, la ragazza aveva tenuto una velocità di 140 chilometri orari e non erano emerse carenze dalla macchina: da qui la richiesta di archiviazione, poi rigettata dal giudice. In base alla relazione di Santo Cavallo, incaricato dalla famiglia della 20enne, il buio e le condizioni della strada non avrebbero permesso di raggiungere quella velocità.

Si descrivono invece presunte anomalie sulla Punto: pneumatici molto usurati, uno dei quali più vecchio della stessa auto; il forno elettrico, del peso di 50 chili, non sarebbe stato ben fissato alla macchina; il servosterzo non funzionava bene. La difesa, affidata all’avvocato Nino Giordano Ruffini, ha incaricato a propria volta un consulente tecnico e ha indicato come responsabile civile la compagnia assicurativa. Davanti al giudice Rat, ieri mattina è stata depositata la prima parte della relazione di Simoncini, che avrà tempo sino a fine gennaio per completare la propria analisi.

Alessandra Codeluppi