Sessismo al Centro ippico militare. Chiesto il processo per l’ufficiale Cati: "Stalking con abuso di autorità"

La procura ha notificato la richiesta di rinvio a giudizio, la prima udienza è stata fissata per l’11 giugno. Altri quattro allievi si sono aggiunti come testimoni a favore dell’accusa confermando le vessazioni.

Sessismo al Centro ippico militare. Chiesto il processo per l’ufficiale Cati: "Stalking con abuso di autorità"

Sessismo al Centro ippico militare. Chiesto il processo per l’ufficiale Cati: "Stalking con abuso di autorità"

Sessismo in Accademia militare: la Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio per il tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati, accusato di stalking nei confronti di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori al Centro ippico dell’Accademia militare. Dopo lunghe indagini, la procura ha quindi chiesto il processo per l’ufficiale, ex capo (è stato trasferito), e l’udienza è stata fissata davanti al Gup Alessandra Sermarini per il prossimo 11 giugno. La vicenda è tristemente nota: all’ufficiale vengono contestati rimproveri continui al personale, spesso senza ragioni oggettive, scatti di rabbia ma anche punizioni di vario genere e commenti sessisti verso le donne. Infatti, tra le contestazioni mosse a Cati vi sono anche molestie continue nei confronti del personale femminile, con battute a sfondo sessuale o commenti sull’aspetto fisico delle giovani, ma anche racconti su sue esperienze con altre donne. Inoltre – è emerso dalle dichiarazioni delle soldatesse che poi hanno sporto denuncia – l’ufficiale le avrebbe vessate, obbligandole a lavare frequentemente i genitali dei cavalli, come atto punitivo. Erano state proprio le vittime a denunciare le vessazioni subite e i vertici dell’Accademia militare, tra cui il comandante Scalabrin avevano subito raccolto le segnalazioni per poi far partire le indagini. In questi ultimi mesi almeno altri quattro militari, sentiti come testimoni hanno confermato quanto avveniva nelle scuderie dell’Accademia, come spiega l’avvocato Massimo Strampelli, che rappresenta le vittime.

"Abbiamo effettuato una ulteriore attività integrativa di indagine – ha sottolineato – depositando ulteriori deposizioni di altri militari e direi che il quadro istruttorio si è completato. Ci sono almeno quattro, cinque deposizioni nuove. Le testimonianze rientrano quindi in indagini integrative che hanno permesso di trovare ulteriori riscontri a quanto già emerso – conclude il legale –. Un ringraziamento oggi va alla Procura e a chi ha rotto il muro di omertà. Dopo anni di vessazioni ed umiliazioni i miei assistiti vedono coronata la loro richiesta di giustizia". Le accuse nei confronti dell’ufficiale sono appunto pesanti: avrebbe costretto per lungo tempo il personale a orari di lavoro superiori ai loro obblighi, lo avrebbe vessato con dispetti e ripicche quando non assecondavano le sue pretese, minacciando di ostacolarne la carriera ma avrebbe denigrato in più occasioni anche le donne con frasi del genere: "devi dimagrire... ti faccio dimagrire io... se non monti a cavallo non dimagrirai mai", definendo anche una vittima "goffa ed incapace". Tutti fatti commessi, secondo la procura, con abuso dei poteri inerenti ad un pubblico servizio e con abuso di autorità. Parliamo di numerosi episodi contestati per un periodo di tempo molto lungo, in alcuni casi dieci anni. L’udienza è fissata quindi per il prossimo 11 giugno.

Valentina Reggiani