Sos truffe del mattone. Vende immobili che non esistono, imprenditore alla sbarra

Per l’uomo, 80 anni, l’accusa ha chiesto una condanna a 9 mesi. La coppia raggirata: "Abbiamo speso tutti i nostri risparmi,. ora vogliamo giustizia, ne abbiamo diritto. Siamo stanchi".

Sos truffe del mattone. Vende immobili  che non esistono, imprenditore alla sbarra

Sos truffe del mattone. Vende immobili che non esistono, imprenditore alla sbarra

"Impresa edile costruisce e vende ville personalizzate con la permuta del vostro immobile". E’ dopo aver letto questo cartello affisso nella zona di Modena Nord che una coppia, nel 2017, si era rivolta all’imprenditore edile, contattando il numero trovato sul cartello. Dopo aver messo mano ad ogni singolo risparmio, consegnandolo all’imprenditore in questione, però, i coniugi si erano amaramente resi conto di essere caduti in ‘trappola’, ovvero di aver acquistato una casa ‘fantasma’ e di aver perso tutto.

L’imprenditore, un 80enne, è finito a processo con l’accusa di truffa. Ieri la pubblica accusa ha chiesto per l’uomo una condanna a nove mesi di carcere e la difesa delle vittime, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, ha chiesto un risarcimento danni pari a 160mila euro. Secondo l’accusa l’imputato, quale legale rappresentante di un’azienda di costruzioni con sede a Carpi, propose alla coppia l’acquisto di un immobile in località Tre Olmi già di proprietà di un altro modenese, di cui quindi non aveva la disponibilità. Gli aspiranti acquirenti, per ‘l’affare’ avevano versato 60mila euro. Soldi spariti nel nulla.

"Una brutta truffa travestita da legalità’ – ha sottolineato ieri in aula il legale difensore. Distrutte e amareggiate le vittime: "Avevamo notato i cartelli nel 2017 e avevamo deciso di acquistare casa, permutando la nostra poiché se ne citava la possibilità – racconta l’uomo – Mi ero messo così in contatto con l’imprenditore in questione che mi aveva spiegato che le villette erano in costruzione. A quel punto mi aveva messo in contatto con un’agenzia e l’agente mi aveva mostrato il progetto. La cifra, però – spiega ancora la vittima – era troppo importante da sostenere e avevamo rinunciato all’acquisto. Circa due mesi dopo l’imprenditore ci aveva ricontattato proponendoci un appartamento ai tre Olmi che avremmo acquistato permutando il nostro. Era il 2018. Io e mia moglie avevamo quindi accettato, dopo aver visto l’abitazione. Avevo appena lasciato il mio lavoro, dopo 25 anni per iniziarne uno nuovo: avevo così utilizzato i 60mila euro di Tfr per versare quanto richiesto dall’imprenditore. Avevo però chiesto una fideiussione bancaria che, successivamente, ho scoperto essere falsa. Avevo conosciuto il proprietario della casa che pensavo di aver acquistato: anche lui è finito nella rete – ha spiegato ancora la vittima. Infatti pensava di aver acquistato le villette in costruzione ma si è reso conto successivamente, a settembre 2019 che non era stata messa giù neppure una pietra per la costruzione di quelle case. Alla fine – conclude – è venuto a galla che il terreno non era stato acquistato dall’azienda. In sostanza la casa che pensavo di aver acquistato non era disponibile poiché il proprietario non l’avrebbe ceduta in permuta, dal momento che l’abitazione che avrebbe dovuto a sua volta acquistare non esisteva. Nel frattempo io ho perso 60mila euro, tutto ciò che avevamo. Quando ho chiamato l’avvocato dell’imprenditore, sorridendo mi ha risposto: è in Costa Rica; dove probabilmente è andato con i miei soldi. Combatto da sei anni e pretendo giustizia". Ieri per l’imprenditore è arrivata la richiesta di condanna. Il tre novembre è prevista la sentenza.

Valentina Reggiani