BARBARA MANICARDI
Cronaca

Stefano Bolis: "Questo territorio è capace di vincere ogni tipo di sfida"

Il manager di Banco Bpm dopo 10 anni viene promosso e va a Roma con il ruolo di responsabile istituzionali, enti e terzo settore "In valigia, da Modena, porterò le relazioni umane e...la Bonissima".

Stefano Bolis: "Questo territorio  è capace di vincere  ogni tipo di sfida"
Stefano Bolis: "Questo territorio è capace di vincere ogni tipo di sfida"

Per dieci anni è stato al timone della Direzione Emilia Adriatica del Banco Bpm e dall’11 settembre, Stefano Bolis, ha assunto il ruolo di responsabile Istituzionali, Enti e Terzo settore e si trasferirà a Roma lasciando una città dove sicuramente ha lasciato un segno indelebile dal punto di vista umano e professionale, tanto che il sindaco Gian Carlo Muzzarelli lo ha premiato con la Bonissima.

Dottor Bolis, come ha visto cambiare la città dal punto di vista ‘imprenditoriale’ in questi 10 anni?

"Io credo che sia migliorata nonostante i momenti di congiuntura che abbiamo vissuto. Quando sono arrivato a Modena, dieci anni fa, mi ha colpito l’attitudine degli imprenditori che, indipendentemente dal settore di appartenenza, avevano tutti la voglia di raccontarmi i loro progetti in Italia e spesso all’estero, con una visione sul futuro. E vedere oggi che molti di quei progetti si sono realizzati, alcuni grazie anche al supporto della Bpm, è davvero motivo di orgoglio. Se guardo all’impegno della banca a fianco delle piccole e medie imprese, ma anche delle aziende più strutturate, sicuramente innovazione e sostenibilità sono due fronti su cui sono stati compiuti grandi progressi".

Sono stati anni molto difficili per il nostro territorio: dalla ricostruzione post sisma, passando da due alluvioni fino al Covid e poi alla guerra in Ucraina con i rincari energetici. Dal suo punto di vista quale è stato il momento peggiore? E ora possiamo guardare con ottimismo al futuro?

"E’ impossibile per me stabilirlo. La comunità è stata colpita su più livelli: la salute, la tenuta sociale, l’economia. Sono stato profondamente partecipe di tutti questi momenti e credo che viverli a stretto contatto con le famiglie e le imprese del territorio, mi abbia reso un po’ modenese.

Le capacità di reazione, di coesione e di guardare al domani di questa terra sono state sempre straordinarie".

In una parola, la resilienza, termine spesso abusato, ma non in questo caso.

"Esatto. Anche dopo le varie avversità ambientali, nessuno si è pianto addosso: ’dateci un po’ di risorse e noi riportiamo’ ci hanno detto. Secondo me questo territorio ha tutte le caratteristiche per affrontare le prossime sfide con ottimismo: le aziende sono solide anche per aver messo fieno in cascina in anni di bilanci straordinari e parlo di tutti i settori, dall’agroalimentare, al biomedicale, dal ceramico al metalmeccanico e al tessile".

Lei è lombardo, di Lodi, quando è arrivato qui cosa l’ha colpita di più del nostro tessuto produttivo?

"Senza dubbio l’entusiasmo con cui le persone, a tutti i livelli, si approcciano al lavoro. Per me è stato in un certo senso istruttivo. L’entusiasmo genera entusiasmo e crea un circolo virtuoso dove nascono le idee, dove si è inclusivi, dove c’è spazio di crescita per tutte e tutti. Questo l’ho toccato con mano e ho cercato anch’io di applicarlo, spero di esserci riuscito.

In questi anni lei ha tenuto rapporti con manager, imprenditori di altissimo livello che questa terra riesce a esprimere, con start up e piccole e medie imprese che sono la nostra vera forza, quindi conosce bene la situazione: questo territorio, secondo lei, di cosa ha bisogno?

"Certamente politiche a sostegno dell’imprenditoria sono fondamentali e il Pnrr è un’occasione di crescita imperdibile. Anche sviluppare la sinergia tra gli attori del territorio è importante perché consente di creare opportunità laddove magari non si pensava ve ne fossero. Ma, parlando del mio settore, credo che le imprese abbiano bisogno di banche che hanno il nostro modello, ovvero quello di una banca storica che conosce profondamente il territorio e che al contempo può mettere a disposizione tutti gli strumenti di uno dei maggiori gruppi bancari del Paese. Del resto, anche le imprese qui sono molto legate al territorio e alle loro origini, ma con una visione internazionale che va dovutamente supportata".

Che significato ha per lei il riconoscimento (la Bonissima) che il sindaco Muzzarelli le ha voluto dare?

"Significa aver lavorato bene insieme alla squadra di collaboratori che rimane e che continuerà a servire il territorio distinguendosi per capacità e professionalità. Il riconoscimento lo divido con loro per l’attenzione con cui abbiamo sostenuto le famiglie e le imprese. Mi fa molto piacere che sia stato riconosciuto anche l’impegno in ambito sociale che è parte del Dna del nostro gruppo. L’attenzione verso le comunità caratterizza l’operato della banca in tutto il Paese, nei territori in cui è presente, e integra l’attività principale di business con innumerevoli iniziative in ambito solidale, ambientale, culturale, formativo, di ricerca e sportivo. Anche grazie alla Fondazione Bsgsp che dal 2019 è attiva al nostro fianco".

Cosa si porterà in valigia di Modena?

"Sicuramente porterò, insieme alle relazioni umane e professionali, il riconoscimento del Comune di Modena che per me, oltre che un onore, è un po’ un sigillo che riassume dieci anni in cui ho lavorato con impegno per valorizzare il modello di “banca del territorio” che caratterizza Banco Bpm. Un’esperienza di cui farò tesoro anche in questo nuovo ruolo che mi è stato affidato dal gruppo".