GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Stop al check in ’fai da te’. Ma uno su tre lo fa ancora

Il giro di vite manda in difficoltà soprattutto chi ha sul mercato diverse case

Marzio Govoni (Federconsumatori)

Marzio Govoni (Federconsumatori)

Il giro di vite sul riconoscimento ‘fai da te’ nei B&B sta mettendo a dura prova i proprietari di appartamenti, soprattutto quelli che dispongono di più case. L’obbligo di incontrare de visu il turista, e non potersi affidare più al tastierino che in automatico sblocca la chiave dell’alloggio, ha scombinato i piani di chi pensava di potersi affidare a un intermediario per gestire gli affitti brevi. Il risultato è che si registrano diverse violazioni della legge.

"A Modena – spiega il presidente di Federconsumatori Marzio Govoni – abbiamo calcolato che sono almeno il 38 per cento, praticamente uno su tre, le abitazioni che utilizzano ancora il self check-in con il tastierino. E diventano ben quattro su cinque quando parliamo dei grandi proprietari, quelli che devono gestire decine di appartamenti o addirittura 80 come abbiamo segnalato in un caso".

È praticamente impossibile per esempio, nel week end di Pasqua, essere ovunque per incontrare personalmente i visitatori che hanno affittato l’alloggio. I titolari dovrebbero disporre di 8-9 intermediari che ne facciano le veci. Le ragioni della legge e dell’eliminazione del self check-in sono riconducibili alle normative anti-mafia, per evitare cioè che nell’ ‘anonimato’ degli appartamenti riservati agli affitti brevi possa transitarci la malavita organizzata.

Le associazioni di proprietari sono in rivolta, c’è chi avanza anche la soluzione dei riconoscimento biometrico pur di rivedere l’obbligo di presenza. "Comprendo l’agitazione – chiosa Govoni – ma essendoci una legge non la si può violare solo perché la si ritiene ingiusta, occorrerebbe andare in questura e spiegare che la normativa è inapplicabile. Siamo di fronte a responsabilità penali che investirebbero gli intermediari e gli stessi proprietari".

Nel frattempo, l’associazione e anche il sindacato Sunia stanno notando un trend crescente a Modena: quello degli affittacamere. "Ci sono due modalità: la prima prevede che uno affitti una stanza nella casa in cui vive. L’altra che affitti la casa avuta in eredità dalla nonna suddividendola in tre quattro stanze, ciascuna delle quali abitabile da uno o più persone (famiglie), con bagno e cucina in comune". Nuovo fenomeno scaturito da una domanda di alloggio esorbitante rispetto all’offerta o un modo per aggirare la normativa più stringente del B&B?

Gianpaolo Annese