Tentato suicidio in ospedale, la procura apre un’indagine

Pavullo, ventenne si lanciò dal terzo piano: la famiglia un mese fa aveva sporto denuncia contro i sanitari

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Tentò il suicidio lanciandosi dalla finestra del terzo piano dell’ospedale di Pavullo, riportando gravissime lesioni. Secondo la famiglia della vittima, una ragazza di 20 anni, in ospedale non furono predisposti infissi di sicurezza o adottate altre misure che potessero impedire alle persone ‘a rischio’ di trovare modi per togliersi la vita. Ora la procura sull’episodio ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di lesioni. Al momento, però, non risulta l’iscrizione di indagati. L’episodio risale al primo luglio dello scorso anno quando, appunto, la 20enne si lanciò dalla finestra del reparto in cui era stata ricoverata, all’ospedale di Pavullo, salvandosi per puro miracolo ma riportando plurime fratture e l’amputazione del braccio destro. Infatti, attualmente la ragazza è in carrozzina e rischia l’amputazione del piede. Era stata proprio la giovane, insieme ai genitori che da sempre la seguono con dedizione e al legale che li assiste, l’avvocato Massimo Lazzari di Bologna, a presentarsi in procura lo scorso mese per sporgere querela e verificare eventuali responsabilità.

La 20enne, infatti, era seguita dal Csm, era affetta da disturbo borderline di personalità, aveva provato altre volte a togliersi la vita ma – secondo la famiglia – nessuno all’ospedale si preoccupò di prevenire la tragedia. Nella denuncia sarebbe sottolineato come la 20enne nei mesi precedenti avesse posto in essere ben sette atti di autolesionismo.

Valentina Reggiani