"Trasformo resti del pinone in opere d’arte. Così faccio rivivere tradizioni e leggende"

Gionata Orsini è impegnato nello scolpire i rami rotti del Parco Ducale di Pavullo: forme ispirate ai personaggi del ’Ponte del Diavolo’

"Trasformo resti del pinone in opere d’arte. Così faccio rivivere tradizioni e leggende"

"Trasformo resti del pinone in opere d’arte. Così faccio rivivere tradizioni e leggende"

Con le sue mani dà vita al legno destinato al braciere o all’abbandono e a pietre del nostro Appennino. È Gionata Orsini di Fanano, l’artista che trasforma in opere d’arte tronchi di piante secche o spezzate dalle intemperie e arenarie recuperate nel fananese. Alcuni sentieri che si allungano nei boschi di questo territorio sono sue gallerie d’arte. E così anche angoli del capoluogo e di borghi della nostra montagna.

Ora, Orsini è impegnato a trasformare parti del pinone del monumentale Parco Ducale di Pavullo, danneggiato da una nevicata di anni fa, grossi rami recuperati e conservati dal Comune che prenderanno la forma dei personaggi della leggenda Ponte del Diavolo.

"Sto scolpendo i personaggi di questa leggenda: il diavolo, le streghe, il fuoco, il contadino e il gallo – racconta –, che saranno collocati a Monzone, dove ha inizio l’itinerario della nuova Via delle Fiabe, che da questa frazione di Pavullo conduce al monolito naturale a forma di arco adagiato tra i comuni di Lama Mocogno e di Polinago".

Meno di venti giorni fa, al Cimoncino di Fanano, ha invece ultimato altre opere ricavate da alberi caduti: un’aquila reale, uno scoiattolo, un gufo e un picchio, che si possono ammirare lungo il sentiero dei Mercanti, il vecchio anello per lo sci di fondo. Ma questi sono soltanto alcuni degli abitanti del bosco che Orsini ha scolpito utilizzando una motosega e qualche fresa.

Una passione, quella della scultura, che ha quasi sopraffatto quella di rappresentante di vini, un tempo la principale. Sei anni fa ha iniziato a scolpire il legno, ma da 40, con mazzolo, scalpelli e raramente con martelli pneumatici, incide la pietra creando marcolfe, maschere propiziatorie, portafortuna, in pietra o legno, che servivano anche a incutere timore. Sono parte di una tradizione molto antica.

"Ho dedicato tantissimo tempo per recuperare la tradizione quasi scomparsa delle marcolfe – racconta Orsini –. Ne ho scolpite alcune migliaia finite in tutto il mondo: in Alaska, dove Fanano è gemellato con Fairbanks, in Nord e Centro America, in Giappone, in Australia, in Sud Africa, in tutta Europa.

Il 90 per cento della mia attività di scultore riguarda queste maschere. Conosco con precisione dove si trovano tutte quelle che ho realizzato e ho intenzione di fare una mappa da inserire nel mio sito".

Gionata Orsini, chiamato anche ‘Gionata Dimensione Marcolfa’, cerca di tramandare ad altri la sua arte. Durante la prossima estate, a Fanano, ci saranno laboratori per i bambini sulle marcolfe, ma il 13 aprile, sempre, su quest’argomento, impartirà una lezione ai membri dell’Università Popolare del Frignano. Domenica 23 giugno, invece, sempre nel suo paese, sarà con i colleghi scultori di marcolfe della montagna modenese, bolognese, pistoiese e reggiana, iniziativa che si svolgerà nell’ambito del Simposio di scultura. "Si parlerà solo di marcolfe", dice soddisfatto.

Walter Bellisi