Ugo da Carpi torna protagonista: "Qui la sua storica pala d’altare"

La mostra ai Musei di Palazzo dei Pio celebra Ugo da Carpi e la sua opera "La tavola del Volto Santo da San Pietro in Vaticano", un capolavoro dell'incisione del 1524. L'opera, su prestito dalla Fabbrica di San Pietro, rivela un procedimento tecnologico innovativo e unico.

Ugo da Carpi torna protagonista: "Qui la sua storica pala d’altare"

Ugo da Carpi torna protagonista: "Qui la sua storica pala d’altare"

Celebra la figura di Ugo da Carpi (1469/70-1532), grande incisore, la mostra inaugurata ieri mattina ai Musei di Palazzo dei Pio, come bene esprime il titolo dell’esposizione, curata da Manuela Rossi e Pietro Zander, che sarà visitabile fino al 29 giugno: ‘Per Ugo da Carpi intaiatore’. Il sottotitolo, invece, specifica l’opera che per la prima volta e dopo cinque secoli torna a Carpi, città natale dell’artista, su prestito della Fabbrica di San Pietro: ‘La tavola del Volto Santo da San Pietro in Vaticano’. Come hanno spiegato i curatori, "la tavola, opera devozionale di grande rilievo, un tempo esposta sull’altare del Volto Santo in San Pietro, secondo per importanza solo a quello papale sopra la tomba dell’apostolo, presenta la figura della Veronica vestita con una tunica gialla e un mantello violaceo, tra i santi Pietro e Paolo, in piedi sull’uscio di una porta sopra il terzo gradino di una scala che sembra formare una sorta di podio". La pala d’altare è stata realizzata da Ugo da Carpi cinquecento anni fa (1524), in preparazione del Giubileo del 1525. Per quest’opera, Ugo da Carpi s’ispirò alla xilografia ‘La Veronica mostra il velo del Volto Santo tra gli apostoli Pietro e Paolo’ realizzata da Albrecht Dürer nel 1510 (presente in mostra, proveniente dai Musei Civici di Pavia) adattata all’altare di San Pietro da Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, che l’intagliatore carpigiano frequentò a Roma proprio in quel periodo, alla vigilia dell’Anno Santo. Parmigianino non solo rielaborò l’idea compositiva di Dürer in un formato quasi quadrato ma, stemperando nella morbida consistenza del disegno acquerellato le asprezze dell’intaglio xilografico, ne predispose anche la traduzione sulla tavola.

Le recenti analisi diagnostiche eseguite dai Musei Vaticani hanno rivelato la straordinaria unicità di quest’opera: non si tratta infatti di un dipinto, quanto di un capolavoro dell’incisione, prodotto della sovrapposizione di almeno cinquanta matrici lignee intagliate e colorate, ciascuna impressa in successione su una tavola di legno trattata con strati di gesso e colla. "Un procedimento tecnologico altamente innovativo per l’epoca, che permetteva, con questa alternativa al tradizionale dipinto, due possibilità: grandi dimensioni per l’opera e la sua riproducibilità". Presenti all’inaugurazione anche Davide Dalla Ave, assessore alla Cultura, che ha illustrato la riproduzione della tavola a rilievo, per consentire l’accessibilità a persone ipovedenti e non vedenti, e monsignor Manicardi, vicario generale. La mostra ha il patrocinio della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, oltre che della Diocesi di Carpi e del Museo Diocesano Tridentino di Trento, col contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi e BPER Banca.

Maria Silvia Cabri