Un 2024 per ritrovare soprattutto il coraggio

Non avendo un giocatore in grado di ribaltare la partita da solo, la squadra di Petrella dovrà fare leva su agonismo e continuità

Un 2024 per ritrovare soprattutto il coraggio

Un 2024 per ritrovare soprattutto il coraggio

Cara Modena, ti scrivo. Inizia probabilmente così la lettera all’amica di una vita cui Francesco Petrella ha scritto il 31 dicembre parlandole dell’anno che verrà? Chissà come si sta preparando il coach, nel cercare di ricucire le distanze rispetto a quella squadra presa in mano ad agosto e ora come ora lontana dall’immagine che vorremmo averne tutti. La soluzione non sarà mettere dei sacchi di sabbia alla finestra, per tamponare l’emorragia di gioco che ha preso Bruno e compagni dopo la vittoria con Trento: prima la poco brillante trasferta di Catania, risolta in extremis grazie a un eccellente ingresso di Juantorena, poi le sei sberle consecutive da Piacenza e Milano, come a risvegliare la Valsa Group dal suo sogno e riportarla a una realtà forse più cruda di quella che ci si immaginava e che i gialloblù vogliono tornare a cambiare con l’anno che verrà. Per far rivaleggiare Modena con le migliori in maniera costante ci sarebbe bisogno di un miracolo, di qualcosa di inaspettato e imprevedibile, tre volte Natale o i muti che potranno parlare, ma non è questo l’obiettivo principale di stagione, certamente non è quello a breve e medio termine.

I gialloblù devono prima di tutto mettersi in testa una cosa che hanno avuta ben presente per gran parte della stagione e per tutta la stagione scorsa: per mantenere viva la speranza, qualsiasi speranza, questa squadra deve sputare sangue a ogni scambio, a ogni punto, dopo ogni set perso o ogni scambio gettato alle ortiche. Perché nella pur profonda rosa di Modena non c’è un Leon, un Michieletto, un Lucarelli o un Nikolov capace di ribaltare da solo la partita, di issarsi a dominatore assoluto della scena, perché i gialloblù non hanno in faretra 15 muri o il 70% in ricezione costante. L’unica arma che possono avere con continuità, che hanno dimostrato di poter avere con continuità, è il coraggio. Ecco allora che Petrella deve essere contento di essere qui in questo momento, è l’occasione della vita. Devono esserlo anche i giovani che allena, perché Modena rimane Modena anche se termina l’andata al settimo posto o magari esce ai quarti di finale di Coppa Italia, devono esserlo Bruno, Stankovic e Juantorena perché non è mai scontato, alla loro età, essere ancora lì a giocare contro i migliori, avere la possibilità di batterli. Dimostrare di esserlo ancora, i migliori. Ci vogliono coraggio e sorriso, perché anche se l’anno che sta arrivando tra un anno passerà, scendere in campo tutte le domeniche per giocare a pallavolo resta un privilegio che va accudito e coltivato. Modena deve prepararsi a lottare su ogni punto, ogni bagher, ogni alzata. Sempre. È questa la novità?

Alessandro Trebbi