Un’altra Casa della comunità nella bufera: "Più di metà struttura rimarrà incompleta"

Come a Pavullo, anche a Pievepelago l’edificio non vedrà ultimati i lavori. Marchetti: "Valutiamo un esposto al Prefetto" .

Un’altra Casa della comunità nella bufera: "Più di metà struttura rimarrà incompleta"

Un’altra Casa della comunità nella bufera: "Più di metà struttura rimarrà incompleta"

Dopo la demolizione del palazzo ex Coni, a Pievepelago si attende la costruzione al suo posto di una nuova Casa della Comunità dell’azienda Usl. Un’attesa che dovrà fare i conti con un aumento dei costi edilizi riferiti ai finanziamenti del Pnrr che sta penalizzando tutte le annunciate nuove costruzioni (come a Pavullo). Proprio su questo tema, un gruppo civico di Pievepelago chiede chiarezza e garanzie per il futuro: "Tralasciamo il passato – dice Stefano Marchetti a nome del Gruppo Civico – ma ora emergono gravi problematiche sul completamento di questa Casa della Comunità, senza che si diano spiegazioni alla popolazione e risposte alle richieste di informazioni".

"Già lo scorso maggio – prosegue – il consigliere regionale della Lega Stefano Bargi aveva espresso alla Regione i dubbi sulla destinazione dell’area ex Coni per una nuova Casa della Comunità limitrofa a quella già esistente. Ricordiamo anche che sia la minoranza consiliare sia la Lega avevano fatto proposte alternative. Poi dalla minoranza erano state chieste all’Ausl garanzie sulla futura fruibilità della nuova struttura, sia per le tempistiche realizzative, sia per la sua buona gestione, venendo rimandata al sindaco per poter avere queste informazioni. Informazioni che dopo 75 giorni dalla richiesta non sono ancora arrivate e quindi ne valutiamo l’esposto al Prefetto".

"Ora –affonda Marchetti – abbiamo avuto (tramite la consigliera regionale Valeria Castaldini di Fi, con regolare richiesta d’accesso atti) copia della relazione tecnica dello stralcio costruttivo della nuova Casa della Salute di Pievepelago, che ci lascia interdetti. A pagina 7 infatti si afferma che ’in conseguenza all’incremento dei prezzi si è reso necessario individuare uno stralcio funzionale e funzionante rispetto all’intervento complessivo a progetto, si sono determinate le aree prioritarie e necessarie al funzionamento della struttura, pertanto verranno realizzate le aree del piano terra e primo, mentre il piano secondo ed il tetto, per i quali saranno realizzate solo le strutture non realizzando le finiture e l’impiantistica’. Ovvero, verrà realizzata una struttura solo per il 40%: piano interrato e primo piano, lasciando al grezzo buona parte di ambulatori, uffici, servizi ecc. Essendo tale relazione datata giugno ’23, significa che il sindaco la conosce già da mesi, ma nulla sinora è stato detto ai cittadini. In questi giorni report televisivi parlano di milioni di euro spesi in Italia per strutture mai entrate in funzione".

Non è finita qui. "A Pievepelago – conclude Marchetti – appare già questo rischio di cattedrale nel deserto ancor prima della posa del primo mattone. Vorrei infine ricordare che sulla vicenda -che rischia di pregiudicare il futuro sviluppo paesano- nel luglio scorso il Gruppo civico di cittadini ha presentato un esposto-segnalazione alla Procura regionale, alla Corte dei Conti, alla Commissione Europea e all’ispettorato generale fondi Pnrr".