
Un’immagine del cantoniere. Beniamino Cozza (foto Giuseppe Lauria)
Fiumalbo (Modena), 27 febbraio 2025 – Beniamino Cozza, ex capo cantoniere in Anas operativo dall’Appennino tosco-emiliano sino alla pianura modenese, giunge ora al pensionamento per i suoi 67 anni. Dopo aver svolto oltre 40 anni di servizio, rivolge un caloroso saluto a tutti, ricordando alcune tappe della sua carriera: "Partii dalla Calabria nel 1980 dopo aver vinto un concorso in Anas al compartimento di Bologna. La prima casa cantoniera in cui ho abitato era a La Santona di Lama Mocogno. Ero solo, non avevo mai visto tanta neve, mi spostavo con i mezzi pubblici perché non avevo la macchina. In casa non c’era neanche una stufa a legna per scaldarsi. Ero felice, però, perché al meridione non avevo mai avuto un vero stipendio e con le prime buste paga mi comprai finalmente un’auto. Dopo quattro anni -continua Beniamino- mi trasferii nella casa cantoniere di Dogana di Fiumalbo, dove conobbi mia moglie e misi su famiglia".
L’ex capo cantoniere sulla SS 12 Abetone-Brennero da Faidello a Modena, rivolge il suo saluto ai colleghi che in passato lo hanno preceduto, a quelli che lo hanno accompagnato sul lavoro fino ad oggi e a tutta la comunità montana che lo ha accolto e a cui ha indirizzato il suo operato. Amici, conoscenti e colleghi lo ringraziano per aver svolto la sua attività lavorativa con serietà e competenza, molto apprezzata in tutto l’Appennino. Ora però si apre una incognita sull’incerto futuro non solo di una figura così importante e singolare come quella del cantoniere, che fin dal passato ha ricoperto un ruolo centrale nella manutenzione e nella sorveglianza della viabilità. Ma anche del destino delle Case cantoniere, destinate quasi sempre all’abbandono, quando non riescono ad essere recuperate tramite progetti di riutilizzo a scopo socio-culturale. ‘Con il suo pensionamento -dicono residenti- ci saluta anche l’ultimo dei cantonieri nella nostra zona, uno dei pochi rimasti ad abitare ancora la sua casa rossa’.
"Abbiamo abitato e vissuto la nostra Casa cantoniera -dice la figlia Giorgia- per tutti questi anni. Piange il cuore doverla lasciare dopo il pensionamento. Soprattutto se dovesse rimanere vuota e disabitata come tutte le case cantoniere lasciate cadere a pezzi". Il tema delle case cantoniere ha toccato anche la sensibilità del fotografo Giuseppe Lauria, che ha deciso di dedicare la sua attenzione ad alcune di queste sul territorio emiliano, sviluppando un progetto fotografico che ha trattato "il confine" all’interno della mostra inaugurata a Carpi (Palazzo dei Pio) nel 2023 da parte dall’ associazione culturale "Gruppo fotografico Grandangolo".
g.p.