"Vaccini Covid, commissione non necessaria"

La vicepresidente della Simit, Cristina Mussini, critica la proposta di una commissione sugli effetti dei vaccini Covid, sottolineando che i dati di sicurezza sono già disponibili e pubblici. Una nuova commissione potrebbe minare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario nazionale, mentre esiste già un sistema di farmacovigilanza efficace. Il focus deve essere sul rapporto rischio-beneficio, con l'indicazione attuale di vaccinare i soggetti fragili a rischio di forme gravi di Covid-19.

"Vaccini Covid, commissione  non necessaria"

"Vaccini Covid, commissione non necessaria"

"Oggi sono disponibili solidi dati di sicurezza sui vaccini anti-Covid, anche se sicuramente degli effetti collaterali dai vaccini in ridotte percentuali ci sono stati, ma questo accade per qualunque tipologia di farmaco. I dati sono disponibili e pubblici, dunque non vedo la necessità di istituire una nuova commissione di studio che, invece, avrebbe l’effetto di gettare un’ombra sulle vaccinazioni disincentivando magari dal vaccinarsi quelle categorie che ne avrebbero più bisogno". Così la vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Cristina Mussini, direttrice della Clinica di Malattie Infettive, Azienda Ospedaliero-Universitaria di

Modena, commenta la proposta di una commissione sugli effetti dei vaccini Covid avanzata dal ministro della Salute Orazio Schillaci.

"I dati sulla sicurezza, così come sugli effetti avversi dei vaccini Covid, sono già disponibili – afferma Mussini – dunque non vedo la necessità di istituire una commissione con tale fine. Al contrario, si rischia così di minare la fiducia dei cittadini nel Ssn". Il punto, precisa, è che "esiste già un sistema di farmacovigilanza nell’ambito del quale i medici sono tenuti e riportare gli eventi avversi da vaccini e ci sono i dati dell’Aifa. Credo sarebbe sufficiente andare a consultare dunque questi dati, dal momento che una nuova commissione non potrebbe accedere a dati diversi". Per i vaccini e per i farmaci, conclude, "il problema è sempre quello di valutare il rapporto rischio-beneficio e sappiamo che attualmente l’indicazione alla vaccinazione anti-Covid è per i soggetti fragili che sono a maggiore rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19".