MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Vessicchio "Sanremo per me è come Natale"

Il Maestro sarà alle 17 al Memoria Festival di Mirandola: "Dopo 26 edizioni lo considero come una festa comandata. Ma che responsabilità"

Il Maestro Beppe Vessicchio

Il Maestro Beppe Vessicchio

Mirandola, 25 maggio 2024 – Ha diretto cantanti, star e giovani emergenti, per 26 edizioni del Festival di Sanremo, diventando una vera e propria leggenda. Il Maestro Giuseppe (Beppe) Vessicchio sarà protagonista oggi alle 17 al Memoria Festival di Mirandola: nella Tenda della Memoria, il direttore d’orchestra e arrangiatore coinvolgerà il pubblico nella sua testimonianza su come ‘Leggere (e vivere) la musica’.

Maestro, lei come legge (e vive) la musica?

"Tutto è nato In casa. Mio fratello, più grande di me di quasi 10 anni, suonava e cantava attorniato da amici. Erano gli anni Sessanta e quell’aria magica generata da una chitarra e la voce fu implacabilmente contagiosa. C’era voglia di comunicare e scambiare idee di bellezza. In sintesi, presenziavo all’efficacia del ruolo che l’arte ricopre nella nostra vita. Come fai a rimanerne estraneo?"

Il suo nome è strettamente collegato a quello del Festival di Sanremo (26 edizioni). Cosa rappresenta per lei questa manifestazione?

"Oramai, per me, è come una festa comandata. C’è Natale, l’Epifania, Sanremo e Pasqua. Da anni segna il mio febbraio, anche quando non partecipo alla gara. Mi piace esserci perché è un momento nel quale incontro tanti amici e colleghi che durante l’anno non mi capita di vedere. È una grande festa del mondo della canzone che si rinnova di anno in anno".

Lei rappresenta una ‘icona’ del Festival. Come vive questa calorosa accoglienza? "Con piacere, ovviamente. Ma questo aumenta anche il senso di responsabilità. Il pubblico che mi manifesta affetto e considerazione sta anche aggiungendo una motivazione in più all’impegno crescente e coerente col quale approccio al mio ruolo". Domanda inevitabile…qualche aneddoto su Sanremo? "Al mio primo Sanremo come direttore, nel 1990 quando ritornò l’orchestra dal vivo dopo quasi un decennio di assenza, fui voluto da Mia Martini in persona per la quale avevo arrangiato e prodotto il brano ‘La nevicata del ‘56’. Battesimo migliore non potevo avere. Quell’ingaggio mi fruttò anche l’invito a condurre l’orchestra per un altro grande artista della stessa casa discografica: Pino Mango. Mamma mia, che artisti strepitosi. Ricordo come fosse adesso, una sensazione mai più provata: mentre Mimì cantava sentivo che non ero io a dirigere ma bensì il suo inimitabile canto che con incredibile personalità era capace in quel momento di dettare sia a me che all’orchestra i colori e le sfumature che l’artista intendeva in quel momento praticare".

Giovani cantanti, alla prima esibizione: sono cambiati come approccio rispetto al passato?

"Quel palco fa tremare le gambe anche ai veterani...".