VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Via Costellazioni, una polveriera. Il comitato Villaggio Zeta infuriato:: "Da anni chiediamo un intervento"

Proteste e rabbia dopo la maxi rissa di domenica pomeriggio. Avviate le indagini per ricostruire l’accaduto. Nello stabile ci sono alloggi per i migranti ma anche per le famiglie in carico ai servizi sociali del Comune.

Via Costellazioni, una polveriera. Il comitato Villaggio Zeta infuriato:: "Da anni chiediamo un intervento"

Via Costellazioni, una polveriera. Il comitato Villaggio Zeta infuriato:: "Da anni chiediamo un intervento"

Sono in corso indagini, da parte degli agenti della squadra mobile e delle volanti per ricostruire quanto accaduto domenica pomeriggio davanti al residence di via Costellazioni quando, all’improvviso, una decina di stranieri hanno iniziato a prendersi a calci e pugni. I poliziotti, attraverso i filmati delle telecamere stanno via via identificando i partecipanti alla rissa, esplosa per futili motivi. A restare feriti sono stati una ragazza incinta già dimessa dall’ospedale ed un tunisino che ha riportato 40 giorni di prognosi a causa delle ferite riportate nell’aggressione. Una volta identificati, i responsabili risponderanno dei reati di rissa e lesioni. La situazione nell’area dell’ex studentato, che accoglie oltre 200 richiedenti asilo, rischia di divenire esplosiva. Ma, in realtà, quanto accaduto domenica non ha riguardato soltanto i migranti accolti dalla Cooperativa l’Angolo, ma anche e soprattutto gli stranieri che vivono nella struttura perchè è bene sottolineare come molti inquilini sono persone seguite dai Servizi sociali del Comune. Altri ancora potrebbero essere addirittura ‘abusivi’: il residence non è nuovo infatti ad intrusioni selvagge. Ma cosa ha generato tanta violenza? Tutto ha avuto origine da un piccolo incidente: un ciclista tunisino ha urtato il figlioletto di uno dei migranti accolti senza però fermarsi. Il papà del bambino, un centroafricano di ritorno da una partita di calcio con alcuni amici, ha inveito contro il ciclista, esortandolo a chiedere scusa. A quel punto è scattata la rissa, a cui hanno preso parte anche alcuni migranti amici del papà del piccolo che, fortunatamente, non è rimasto ferito.

"Stiamo ricostruendo i fatti e sentendo le persone coinvolte – afferma Giorgia Bartoli, coordinatrice della cooperativa l’Angolo che gestisce l’accoglienza alle Costellazioni – Le persone rimaste ferite non sono tra le beneficiarie del progetto di accoglienza", afferma. Infatti i feriti, ovvero il ciclista tunisino e la donna incinta, non fanno parte del progetto: l’uomo sarebbe il compagno della ragazza, inquilina dello stabile. "Quanto accaduto è scaturito da persone esterne all’accoglienza – sottolinea la coordinatrice – Noi cerchiamo di mettere in campo tutti gli strumenti in nostro possesso per fare educazione e cercare di arrivare ad una integrazione. La cooperativa ora sta agendo con le istituzioni, Questura e prefettura perché chi trasgredisce ha conseguenze. Anche noi siamo intransigenti: un contesto come il nostro non può avere flessibilità e permettersi di non essere rigido". Ad esprimere preoccupazione per la situazione critica della zona sono anche i membri del Comitato Villaggio Zeta che conta un centinaio di soci aderenti- "Il comitato – fanno sapere –, ha inviato all’Amministrazione comunale una formale richiesta di incontro per sottoporre all’attenzione della Giunta una serie di problematiche di carattere sociale, igienico sanitario, viabilità e sicurezza che hanno gravi ricadute negative sui residenti al Villaggio Zeta. Da anni chiediamo un intervento per riportare una situazione di sereno vivere civile in un quartiere prevalentemente residenziale, che assiste al sempre più frequente manifestarsi di forme di degrado. In particolare, il Comitato ritiene indispensabile un confronto serio con la Pubblica Amministrazione, aperto al dialogo, rivolto alla concreta risoluzione dei problemi, privo di qualsiasi pregiudizio di carattere politico e contrario a qualsiasi collocazione partitica, scevro da forme di protagonismo individuale che in passato hanno probabilmente causato il fallimento di precedenti esperienze aggregative".